mercoledì 5 dicembre 2012

giusto per

dall'altra parte del mondo, in questo preciso momento, mia madre e mio fratello si stanno preparando a partire per il viaggio aereo piu' lungo delle loro piu' o meno giovani vite. quando mi sveglierò domani mattina, tra le otto e le dieci, loro saranno seduti vicini in un aereo di una compagnia araba a caso, e se tutto va bene, quando mi sveglierò dopodomani mattina loro saranno già qui. poi non so cosa farò, cosa faremo, ma qualcosa mi verrà in mente, suppongo.

per il momento mi godo gli ultimi momenti di solitudine che mi rimangono. non ne ho avuta molta, di solitudine, ultimamente. e non perchè io mi sia trovata un amante o degli amici. (ecco, mi è passata la voglia di scrivere, basta poco di questi tempi).

ho voglia di dolci e cioccolato e cibo in generale, nonostante le quattro cupcakes vegane e gluten free al cioccolato che mi ha cucinato la mia amica l. oggi pomeriggio. devo prenotare dei biglietti aerei per dei viaggi che intendo fare a gennaio e a febbraio, ma il mio oroscopo continua a dirmi che i miei piani non dureranno e se ci penso mi viene l'ansia, all'idea di fare autostop da sola in nuova zelanda.

sono nel bel mezzo di quest'anno australiano, ormai. il mio italiano scricchiola e la mia pancia mi fa un pò male, se ci penso. negli ultimi mesi mi sono abituata alla vita qui, sono andata a scuola in bicicletta ogni singolo giorno, ho finalmente iniziato a farmi degli amici, ho camminato e corso lungo al fiume qui vicino un numero infinito di volte e ho speso moltissimi dobloni nel negozio biologico del quartiere. ho lasciato questa città per la prima volta due settimane fa, ho dormito in tenda abbastanza volte da abituarmi alla dura vita del campeggio. ho visitato una miniera di carbone e mi sono abbronzata le braccia, anche se oggi c'erano undici gradi (sabato ne sono previsti trentasette).

mi sa che è giunta l'ora di alzarsi dal letto e fare uno spuntino di mezzanotte.

venerdì 14 settembre 2012

actually, no, I won't be your mirror

oggi è uno di quei fantastici giorni che non dovrebbero proprio essere registrati negli annali di una vita: mi sono svegliata con l'influenza dopo aver passato una settimana a sentirmi poco bene, sensazione spiacevolmente acuita da un certo tizio trentenne barbamunito che a quanto pare non è rimasto molto impressionato dal mio talento per lo spooning.

e sticazzi? sticazzi.

giorni come questo sono divertenti solo quando hai otto anni e qualcuno che si prende cura di te mentre tu, sotto le coperte e felice di non dovere andare a scuola, ti lamenti sommessamente del tuo malessere diffuso. quando hai ventitre anni, vivi a un giorno di aereo dai tuoi genitori e non hai voglia di chiamare i pochi amici che non hai per cosa poi? farti portare della minestrina? la tachipirina?

presto questa giornata sarà un ricordo del passato e quel tizio con la barba finirà in quel cassetto del mio cuore dove vivono tutti i tizi con o senza barba che non sono rimasti impressionati dai miei vari talenti. peggio per loro, giusto? GIUSTO?

e sticazzi? sticazzi proprio. 

sabato 8 settembre 2012

it's time that the told were told

il fatto è che tutti questi sentimenti che sto provando in questo momento sono dovuti a un mix letale che include, in ordine sparso: il soy latte che ho ingerito un'ora fa, i miei coinquilini con le maglie a quadri che suonano townes van zandt in salotto, l'essay che devo scrivere per domani e non ho ancora iniziato, il tizio trentenne con la barba con il quale ho passato la notte venerdi' e la sua incapacità di mettersi in contatto con me, la cioccolata fondente al caffè.

in pratica ho questo amore per tutte queste persone, e questa tendenza a psicosomatizzare, e questo bisogno di conferme, e queste paranoie e sbalzi d'umore. c'è poco da fare, sono proprio una donna del cancro. sogno di essere incinta e di partorire in acqua e di avere tanti bambini dai nomi particolari e una casa un pò hippie un pò scandinava e un cane e un gatto e una bicicletta col cestino. e magari, perchè no, un compagno trentenne con la barba che sia disposto a indossare i nostri bambini e che non abbia niente in contrario ai pannolini lavabili e ai nomi di origine ebraica. perchè i miei bambini si chiameranno amos, miriam, ilan che vuol dire albero, ruben, elia o magari lia che è il nome di mia mamma e credo sarebbe carino chiamare mia figlia col nome di mia mamma. non che abbia intenzione di portarli in sinagoga ogni sabato mattina, semplicemente questi nomi mi ricordano la mia infanza e hanno un bel suono musicale e leggero.

probabilmente finirò a vivere da sola in un appartamento luminoso pieno di libri e gatti dai nomi molto particolari. probabilmente di origine ebraica. magari non gli stessi nomi che volevo dare ai bambini che non ho mai partorito, che non mi sembra il caso.

o magari il destino mi concerà almeno un bambino, che dovrò chiamare amos elia ilan, o miriam isobel lia per non sprecare nemmeno un nome e il suo papà avra si la barba e qualche tatuaggio ma la nostra relazione finirà in tragedia per via della mia inettitudine alle relazioni e il piccolo momo o la piccola mims cresceranno con una mamma single nevrotica ma tutto sommato simpatica e un papà graphic designer un pò distratto ma tutto sommato presente.

forse dovrei iniziare questo benedetto essay.




giovedì 30 agosto 2012

I've never seen wild eyes like yours

poi una sera di fine agosto senti la primavera arrivare da qualche isola del pacifico, mentre sei al computer in un letto che non è il tuo, perchè sono due mesi che dormi su letti/divani/pavimenti non tuoi.
alzi lo sguardo e vedi una camera che non è la tua, ma che è comunque piena della tua roba, esplosa sulla moquette beige manco ci fosse appena esplosa una bomba, in questa stanza.

stai ancora ascoltando canzoni folk su grooveshark, devi ancora scrivere quattro essay nelle prossime tre settimane e non hai ancora dimenticato quel tizio irlandese e la sua pericolosissima venere in scorpione. sulla scrivania rossa che non ti appartiene giace il tuo cellulare, quello che hai rubato a tuo padre prima di partire per l'australia. dentro il cellulare c'è un messaggio che un tizio che hai trovato su internet ha scritto in risposta a quello che ha scritto la tua amica perchè tu eri troppo nervosa per decidere cosa scrivere. perchè tu in queste situazioni vuoi distenderti sul pavimento e urlare, come quando avevi sedici anni e non riuscivi nemmeno a mangiare della pizza dal nervosismo.

quanto amore per il genere umano, per persone che non conosco o con cui sono andata a scuola insieme, con cui non parlo da quattro anni. quanto amore per l'universo, per questa vita che davvero è una sola e dura troppo poco e domani c'è luna piena il che spiega ampiamente queste mie emozione, o forse è il fatto che non mangio glutine da piu' di un mese e ucciderei per della pizza, nervosismo o no. persino la bizzarra pizza australiana andrebbe bene.

quanto amore per una bicicletta piu' vecchia di me, bianca e arrugginata, quanto amore per marina abramovic che mi ha traumatizzato quando all'età di otto anni mi sono ritrovata da sola di fronte a balkan baroque alla biennale. quanto amore per tutte le cose che succedono sempre per un motivo, e mi dispiace per te se non sei d'accordo con me.

anche se lo so fra dieci minuti o anche meno io me medesima non sarò d'accordo con quello che ho appena scritto. 

giovedì 16 agosto 2012

paul baribeau vs. ok cupid

Oggi sarà la prima notte in settimane che mi troverà addormentata prima dell'una di notte, ho deciso. non perchè fossi impegnata in lunghe sessioni di sesso selvaggio o qualsiasi cose facciano i giovani normali quando non dormono la notte.

Io, se mi cercate di notte, sono nel mio letto, rigorosamente da sola, che ascolto tristissime canzoni anti folk mentre cerco l'anima gemella (o quello che è) su internet. Si, l'ho fatto. Mi sono iscritta a uno di quei siti. E a quanto pare non sono l'unica, in questa città, perchè l'Australia è a quanto pare piena di tizi barbuti appassionati di fumetti e musica e film e cucina vegana che hanno difficoltà a rimorchiare (o chissà quale altro problema, preferisco non indagare). 

Sinceramente, non so cosa pensare. Non credo di essere depressa, mi sono appena trasferita in un altro continente, è inverno, l'università ogni giorno, mi manca il mio cane, devo farmi nuovi amici e mantenere quelli vecchi. Non sono tempi semplicissimi. Ho ventitre anni. Bo.

Credo che otto ore di sonno mi renderanno una persona non dico felice, ma migliore di sicuro. 

giovedì 2 agosto 2012

heavenly wine and roses

è un giovedi' sera come tanti da questa parte del mondo, sono andata a correre per la prima volta in australia e invece di stancarmi mi ha stimolato le endorfine e quindi eccomi qua, ad ascoltare i magnetic fields struggendomi per un paio di scorpioni del mio passato che adesso abitano su facebook (a berlino e a belgrado, rispettivamente, come aveva profetizzato le luci della centrale elettrica in tempi non sospetti).

sarà che sto ovulando, sarà che il mio nuovo coinqulino (temporaneo, non ho ancora una casa definitiva) passa le sue giornate a trombarsi una sua amica simpatica e gira per casa tutto sfatto e felice, sarà che in università ci sono tutti questi graziosissimi tipi barbuti, e anche tutte queste strafighe vestite benissimo, che nei pochi momenti in cui non fanno altro che ricordarmi quanto io sia presa male/vestita di merda mi stimolano gli ormoni non poco.

quando stavo in scozia ero perennemmente arrapata in modo fastidioso e acidificante. qui invece è una specie di trepidante anticipazione per il giorno in cui finalmente limonerò su questo continente. voglio passare lunghe giornate a letto con qualcuno, voglio lasciarmi alle spalle i casini della mia ultima rovinosa relazione (che si è ripresentata come uno zombie dal passato appena due mesi fa, chiarendo una volta per tutte la terribile verità sugli uomini irlandesi problematici e mingherlini).

è che ho rivisto le mie priorità e ho deciso che non me ne frega niente della letteratura inglese e della storia dell'arte, e non sono nemmeno particolarmente interessata alle meravigliose risorse naturali di questo paese: io voglio solo limonare.

e magari un giorno di questi smetterò di farmi le mie solite pare per piu' di cinque minuti, le stelle si allinearanno e BANG, succederà.

per il momento medito sulla possibilità di farmi un profilo su ok cupid. 

mercoledì 11 luglio 2012

inferno astrologico

domani è il mio compleanno. il ventitreesimo.
ieri è morta la cugina di mio nonno, che tra tre giorni ne avrebbe compiuti cento, di anni (mio nonno ne avrebbe compiuti cento anche lui, tra un mese e mezzo, ma questa è un'altra storia).

nella parte del mondo in cui mi trovo adesso sono le due di pomeriggio di un' ennesima piovosa giornata invernale. nella parte del mondo in cui vi trovate voi è l'alba di un' ennesima giornata di caldo africano.

sono ancora in pigiama, anche se mi sono alzata alle dieci, nel salotto di un couchsurfer che condivido con il fratello di uno dei suoi coinqulini. un ragazzo americano che motivi hippie-inspiegabili porta il nome di mio zio, quello ebreo ortodosso.

sono in questa città che comincia con la m da piu' di due settimane e non molto è successo, come testimonia il fatto che ho stretto una sola, misera nuova amicizia su facebook da quando sono arrivata.
la mia amica l che a suo tempo usufrui' per piu' di un mese di vitto e alloggio gratuiti nella mia casa natale mi ha ospitato per la bellezza di quattro notti nella sua stanza universitaria, che ora giace tristemente vuota mentre lei visita i suoi hippie-genitori nella costa ovest di questo cazzo di paese famoso per i canguri e poco altro.

non che mi sia presa male a stare qui, tutto sommato mi piace parecchio e mi risulta familiare e esotica allo stesso tempo. però non ho ancora una casa e l'università comincia tra dieci giorni. devo prendere una decisione, o forse la deve prendere qualcun'altro per me, questa dannata decisione, che io come al solito non sono capace. c'è questa casetta dove abita un tipo transgender, il suo cane di nome jade e un altro tipo biondino che costa poco e mi risulta simpatica, e poi ci sono un paio di altre case molto piu' belle, i cui coinqulini mi lasciano perplessa. non in senso negativo, semplicemente perplessa.

forse il fatto che io debba negare la negatività delle mie riflessioni non è un segno molto positivo, ma questi sono i tempi che corrono, mica vi dovrò ricordare io che c'è una crisi in corso.

dovrei semplicemente alzarmi, vestirmi, fare la valigia e trasferire i miei pochi averi e la mia persona a casa del prossimo couchsurfer, un tipo che a quanto pare ama la vita. perchè domani è il mio compleanno e non posso svegliarmi alle dodici in un salotto di periferia abitato da americani dai nomi improbabili che mi stanno pure simpatici, per carità.

perchè il destino è beffardo e c'è gente che muore quattro giorni prima del proprio centesimo compleanno.


mercoledì 6 giugno 2012

how does it feel

certe cose non cambiano mai, come ad esempio la facilità con la quale gli studenti di architettura barbuti e incamiciati che popolano questa mia natale isola mi facciano innamorare di loro e dei loro mocassini. questi giorni veloci, oh cosi' veloci che mi passano tra le dita e che presto finiranno in un aereo sopra dieci cento mille oceani, but for now we are young let us lay in the sun and count every beautiful thing we can see, come ad esempio le orecchie morbide del cane di nome papaya e il riflesso dei canali di questa mia natale isola visto con gli occhi di dieci cento mille bicchieri di vino sfuso versato da bottiglie di acqua guizza. metto su this charming man e ho improvvisamente voglia di vivere, di prendere un treno domani mattina per una città del nord ovest di questo mio natale paese e incontrare la mia amica g. che ha passato gli ultimi sei mesi in vietnam. poi c'è mia madre sempre di corsa tra cose di donne e cose ebraiche, c'è mio padre sempre in cucina o in salotto o a letto, c'è mio fratello che quando aveva 8 anni si è rotto tutti i denti sbattendo contro una sedia. c'è quella stupida idea che se fossi magra come nel 2009, se non avessi i brufoli, se mi tagliassi i capelli, se li facessi crescere, se mi depilassi le ascelle piu' spesso, se avessi studiato architettura anche io, ma in realtà no, lo sappiamo tutti che no. e non mi comprerò un iphone, almeno non adesso, e non porterò la mia olympus analogica al festival di domani, non fingerò di essere qualcosa che non sono, anzi si, lo farò quel tanto che basta per uscire di casa senza avere un attacco di panico. tanto il problema è che parlo troppo oppure sto zitta, e ho i capelli sempre sporchi e non c'è nemmeno il sole quindi niente spiaggia e niente pace nel mondo nemmeno per oggi. sperando che qualcuno mi ospiti in australia, sperando che la mia pelle si rimetta a posto e che nessuno dei miei cari si dia alle droghe pesanti.

e per la nostra rubrica un tuffo nel passato con miss g., l'ultima volta avevo 17 anni appena compiuti e suonavano gli strokes e finii a limonare col ragazzo piu' bello del locale e stavo per andare in america e love will tear us apart, again ma noi continueremo a lasciare indifferente la popolazione universitaria cool, attirando invece casi umani come mosche al miele.

e wes anderson ha studiato architettura come se la cosa dovesse sorprendermi in alcun modo. 

giovedì 17 maggio 2012

pre-menstrual kitsch

è quasi l'una e mezza dell'ultimo giovedi' che passerò in questa ennesima stanza e mi batte forte il cuore, nonostante il massaggio shiatsu e lo yoga di oggi. ho mangiato tre tipi di torte e le mestruazioni continuano a non arrivare, forse il mio apparato riproduttivo ha capito l'antifona e sta mettendo in atto una singolare forma di protesta contro il mio inadempimento sessuale.

ho quasi 23 anni, per dindirindina, e ho le croste in faccia ed un ex moroso irlandese che è tornato in irlanda per prendersi cura della madre malata dopo aver passato sei mesi a cercare se stesso dall'altra parte del mondo. non vorrei farvi mancare il solito interessantissimo e molto necessario punto della situazione, ma qui tra un mese e una settimana e un giorno mi troverò a fare i miei soliti pensieri poco allegri in un emisfero che non è quello dove mi trovo ora, e se mi batte forte il cuore adesso cosa farò in australia? cosa succederà alla mia faccia? come posso cambiare questa situazione poco piacevole che poi è la mia vita?

perchè poi ho deciso di andare in australia? perchè a volte (si vabbè due volte in tutto nella mia vita) mi drogo e poi me ne pento quando ancora sono lucida abbastanza per pentirmene ma è troppo tardi per cambiare idea? perchè dico di si alla gente, con il medesimo risultato? perchè le ghiandole che vivono sotto la mia epidermide hanno tutto questo potere sulla mia vita? perchè mio fratello non mi contatta da quasi due mesi e la cosa mi risulta normale? perchè i miei genitori arrivano domani? perchè a volte credo che ci sia un modo solo per porre fine alle mie numerose e del tutto ridicole sofferenze? perchè nessuno mi ama? perchè tutti questi pianete in cancro? non potevo nascere toro? perchè l'astrologia invece di gesu' cristo redentore? perchè i soliti sfoghi adolescienziali invece di una serie tutta mia su hbo? o una identità queer sulla quale fare affidamento? perchè così banalmente cisgender e demisessuale?

il fatto è che non ho voglia di finire l'università e trovarmi un lavoro e svegliarmi la mattina e andare a dormire la sera da sola, sempre da sola, o coi miei dodici gatti. finchè poi non moriranno i miei genitori e la mia città natale affonderà e farà sempre piu' caldo e ci sarà sempre piu' monnezza nel mare e ditemi voi dove lo trovo io il coraggio di mettere al mondo dei bambini solo per poter usare i nomi che in mente da anni e vedere se magari con la gravidanza mi passa l'acne e scopro il significato della parola amore incondizionato.

è che non credo sia normale sentirsi cosi', farsi trattare cosi' dal mondo.




domenica 13 maggio 2012

see you later

è domenica sera e io ci ho i problemi, come sovente accade di domenica sera (per non parlare delle altre sere della settimana). sono premestruale come la morte, non ho avuto palle di cenare e ore di fancazzismo su internet mi hanno portato ad indagare la vita pubblica e privata di kathleen hannah su wikipedia.

mi rimangono dieci giorni, visita dei parents esclusa, in questa città scozzese in cui non batte mai il sole. dico cose tipo "giovedi tieniti libera che poi non ci vediamo fino a settembre 2013 o quello che è" e mi cerco di convincere che tutto questo è positivo e necessario e piacevole e sticazzi. guardo foto di quando non avevo i brufoli e penso "com'ero bella però" e anche "perchè mi vesto da lesbica, mi taglio i capelli da lesbica, ascolto musica lesbo e non mi sento a mio agio in compagnia di uomini? sarò mica lesbica?" e invece no. piu' leggo le biografie di gente che stimo su wikipedia piu' penso "epperò non vale, samuel beckett era amico dei tuoi? e sticazzi". penso al mio privilegio e al privilegio degli altri e mi convinco che in fondo la gente che sta peggio di me in realtà sta meglio perchè non deve vivere sotto il fardello del privilegio e poi vado in marocco per una settimana e non mi diverto nemmeno tanto.

soffro di disforia? e sticazzi? il sole, la polvere, le migliori amiche delle medie che ti fanno sentire grassa   e complessata perchè mangi tre volte al giorno e non ami le attenzioni degli sconosciuti per strada?

il fatto è che non mi diverto tanto, e invece vorrei divertirmi. vorrei emergere da questi ultimi mesi di introspezione e acne con una pelle splendida e un certo entusiasmo per la vita. e invece ho un pò paura di andare dal depresso al maniaco per poi ripiombare nel depresso, come è sempre successo nel passato.

immagino che passerà anche questa (non so bene come definirla, come cosa) e nuove maree sconvolgeranno l'orizzonte (tenetevi pronti per la deriva hippie) e certe cose, come la mia fede assoluta nell'astrologia e la mia inettitutidine nei rapporti umani invece non cambieranno mai.

stavo pensando che forse dovrei iniziare a drogarmi. 

mercoledì 25 aprile 2012

freak scene

tra due giorni ho il mio primo esame, tra quattro il secondo. tra una settimana saro' in marocco in compagnia della mia migliore amica delle medie, con la quale non viaggio (nè faccio cose che vadano al di là di una cena al cinese, che tra l'altro è stato pure recentemente denunciato perchè usava cibo scaduto-winning) da quando avevamo quattordici anni e ci hanno spedito a londra in college, con consegente ubriacature/drammoni/aquisto del mio primo paio di all star. tra due mesi parto per l'australia, dove mi dicono che passerò un anno (12 mesi, un anno). sulla playlist di rookie (perchè sennò che tardoadolescente sarei?) stanno passando freak scene, che è esattamente come mi sento in questo momento. per dire, ho questa acne persistente da gennaio e so che se ne andrà solo quando lo stress se ne sarà andato/mi sarò trovata un amante. in pratica solo la morte potrà rendere la mia pelle gradevole alla vista e al tatto. intanto lunedì sono andata a farmi fare un massaggio shiatsu da un compaesano coi capelli grigi, piu' vecchio di me di dieci anni e dieci giorni, il che vuol dire che, si, insomma, mi sono ridotta a pagare qualcuno per farmi toccare (i punti cardinali, per il momento). e ora che g. mi ha invitato su pinterest, invece di iniziare a studiare che sarebbe davvero ora e tempo, ora passerò la serata ad ascoltare lo stato sociale sbavando dietro a capelli tinti di colori molto grungggge e cucine anni 50. speriamo che l'australia mi doni una stagione positiva della vita. qualcuno mi ha scritto per comprare la mia fixie verde acido, anche se non so se sono pronta a separarmi dal vecchio chester. credo che lo porterò al parco a vedere il tramonto giusto ora.

venerdì 20 aprile 2012

aprile

credo che questo sia un momento cosmico non del tutto rassicurante. anzi, diciamolo, questa è la quiete prima della tempesta, la colazione al tavolo della cucina prima dell'esame orale alla maturità. siamo in piedi sull'orlo del buio, sull'orlo del baratro, e ormai con l'alluce possiamo già toccare gli squali. o forse sono sirene?

tre mommy blogger nate sotto il mio stesso segno (ciao, sono g., ho 22 anni e sono mommyblog dipendente, no, chiaramente non trombo, prossima domanda?) stanno attraversando crisi epocali, divorzi e quant'altro. e stanno tutte affrontando le loro personali crisi mettendosi a dieta, correndo maratone, lasciandosi crescere i capelli. ecco, io non ho figli o mariti da perdere, però questa cosa di aggrapparsi alle piccole cose risolvibili la capisco. le piccole cose. invece di suicidarmi andrò a farmi un massaggio, mi dipingerò le unghie e mi metterò la gonna e andrà tutto bene.

io di questi tempi spesso barcollo, mi sento triste e sola e in ansia e a tratti disperata. la mia faccia è ormai da tre fottuti mesi in rivolta contro di me, e come direbbe il mio terapista che sto gradualmente lasciando, dovrei cercare un modo positivo di reiterare la frase. quindi non so, il mio subconscio mi sta cercando di dire qualcosa e io sono lieta e grata che questo qualcosa abbia scelto di manifestarsi sul mio mento, laddove tutti lo possono vedere. certi selezionatissimi ci tengono anche a farmi il favore di segnalarmi la sua presenza.

passerà, come un temporale, come un acido che non ho mai preso e che mai prenderò perchè sono fifona e ho paura delle cose chimiche. e si ho appena citato i punkreas da brava figlia della mia generazione di merda.

ora vado a tentare di coprire i bubboni per recarmi a una indie night svedese.
no, non lo so nemmeno io perchè amo cosi' tanto farmi del male.
deve essere la mia luna in scorpione (sempre lei),

tenete duro. almeno voi.
g.

domenica 18 marzo 2012

non sono immaginaria

tu che hai deciso per qualche motivo, probabilmente legato al fatto che il tuo compleanno cade tra la nefasta fine di ottobre e lo squallido inzio di novembre, che io per te non esisto, dovresti vedere le pareti di questa camera, decorate con illustazioni, poster, mappe vintage e fotografie analogiche, per capire che io non solo esisto eccome, ma sono anche una persona fichissima.

dovresti vedere i maglioni di mio padre e quelli di mia madre e il modo in cui io li utilizzo quotidianamente per creare outfit dal sapore nostalgico e moderno al tempo stesso. il fatto che io abbia una madre e un padre e questi maglioni che indicano un certo gusto nel vestire chiaramente ereditario, è una prova del fatto che io esisto.

dovresti osservarmi la mattina, quando esco di casa e libero la mia bicicletta a scatto fisso verde acido dal suo cancello di ottone. ha le maniglie rosse come la sua catena, e il sedile è di quella marca inglese che fa i sedili piu' fichi del mondo, li avrai visti anche tu li a londra dove stai. questa bicicletta me l'ha regalata mio padre per il mio ventiduesimo compleanno. c'eri anche tu quando ne ho compiuti venti, di anni. esistevo allora in quel posto fichissimo ed esisto anche adesso, in questo posto molto diverso ma, almeno a mio avviso, altrettanto fico.

dovresti fare finta di seguire con me la lezione di letteratura inglese e vedere come disegno invece di prendere appunti e poi, in fondo anche tu sei un segno d'acqua, dovresti venire con me in piscina. ci siamo già stati in piscina insieme, ma da quella volta io mi sono allenata, sai, e ora nuoto piu' veloce e piu' a lungo e il costume che uso una volta era di mia madre, che mi ha comprato questi occhialini rosa che si intonano alla cuffia. la marca italiana delle mie cose da nuoto denota la mia esotica provenienza ed è anch'essa prova inconfutabile della mia esistenza.

dovresti rimontare in bicicletta con me e ammirare come preparo un pranzo veloce e nutriente, con ingrediente freschi e dove posso, biologici. il mio corpo ha bisogno di cibo, in quantità, perchè, come ormai avrai capito, io esisto.

tu che hai deciso che per te non esisto, dovresti conoscere le persone per le quali io decisamente esisto. mia madre l'hai conosciuta ma ti manca il cane di nome papaya e anche se una volta hai detto che non ti piacciono gli animali giovani, non sai cosa ti perdi. ti manca la mia amica g. per la quale ti prenderesti probabilmente una cotta e la mia amica m. che direbbe che sei molto carino. ti manca il mio terapista che forse è gay e ti manca il tizio che al mercato, ogni due settimane, mi vende i frutti di bosco surgelati e, ricordandosi di me, mi chiede come va.

per lui, io esisto. e anche per il verduraio e per i miei amici ambientalisti e per le mie coinquiline architette e persino per i miei ex fidanzati che mi rispondono alle mail con settimane di ritardo, quando la sindrome premestruale mi è ormai passata e non mi ricordo nemmeno della loro esistenza.

anche se non ci sentiamo mai, nemmeno su skype, credo di esistere per tutte quelle persone che ho un tempo definito amiche, sei solo tu che mi ha proprio cancellato, come in una canzone triste o in un libro che leggi a dodici anni e pensi "se questo è quello che mi aspetta al di là del liceo, quasi quasi rimango alle medie per sempre, dove nessuno mi vuole baciare ma almeno ho solo dodici anni e loro sono solo dei ragazzetti di periferia, non dei giovani uomini simili in tutto e per tutto ai giovani uomini dei libri e delle canzoni, che un giorno si innamoreranno di certo di me, e mai e poi mai mi cancellaranno dalla loro vita senza mai darmi soddisfazione alcuna e anzi instillando nella mia fragile mente lo stupido dubbio che forse hanno ragione loro, forse io non esisto".

lunedì 2 gennaio 2012

il tempo scorre lungo i bordi

quindi è il secondo giorno di un nuovo anno che finisce per 12. tra nove giorni sarò a metà strada tra i ventidue anni e quello che viene dopo. in camera mia ci sono due poltrone che si aprono e diventano dei gommoni sui quali mio fratello ed io giocavamo ai naufraghi, in montagna dai miei nonni. il bambino con gli occhi verdi che abitava in quel paesino del cadore in primavera diventerà padre e sui quei gommoni in questo momento ci stanno dormendo due serbi, uno dei quali, il più basso, è uno dei miei molti amici maschi nati sotto il segno dello scorpione. ho fatto un sogno di quelli e non riuscivo piu' a dormire quindi ora sono qui che ascolto i massimo volume e mi chiedo quante notti insonni porterà questo prossimo anno, quanti amici maschi dello scorpione, e quanti sogni che davvero sarebbe meglio non averne affatto.

ho passato l'ultima notte dell'anno a firenze, in una casa bizzarra in piazza santo spirito in compagnia di due ragazze australiane di origini italiane. abbiamo parlato per ore del nostro comune segno astrologico e delle sue implicazioni, delle nostre migliori amiche e dei vari modi in cui ci hanno spezzato il cuore e dei club sadomaso di berlino.

quest'anno vorrei guardare la gente negli occhi e avere meno paura.