lunedì 28 novembre 2011

the girl with the thorn in her side

certi lunedi' sera di fine novembre dovresti studiare l'arte tardo romana e quindi passi un paio d'ore a rileggere tutte le cazzate che hai scritto su questa desolata piattaforma negli ultimi tre anni e ti rendi conto di quanto la tua vita continui ad essere piu' o meno la stessa anche se tu, per fortuna o purtroppo, non sei la stessa per niente, anche se in realtà sei la stessa in tutto e per tutto perchè ahimè non c'è scampo, is there?

quando hai iniziato a scrivere questo blog avevi diciannove anni e ti eri appena fatta scaricare dal tuo primo fidanzatino, quello dei pranzi dai nonni la domenica e le vacanze insieme da brava coppietta. diamine, quando hai iniziato questo blog avevi fatto sesso solo e soltanto con questo tizio con la barba e gli occhiali che suonava il violino, studiavi scienze politiche nella città con la popolazione piu' anziana d'italia e l'innocenza sulle gote tue, due arancie ancor piu' rosse.

poi ti sei tagliata i capelli corti e per due settimane, in islanda, hai pensato seriamente di essere felice e per altre due settimane, a new york, un tizio con gli occhi verdi si è preso la briga e di certo il gusto di spiegarti una cosa o due sul funzionamento degli organi riproduttivi maschili nonchè femminili. sei tornata in italia per ora di pranzo, i tuoi genitori all'areoporto indossavano tutti e due le crocs e quella sera stessa hai fatto amicizia con una ragazza australiana che forse conoscevi in una vita passata.

poi hai mollato l'università e sei andata in romania per sei mesi, ti è venuta un acne dolorosissima e purulenta e hai iniziato a fare autostop con la tua compagna di stanza tedesca e il tuo amante spagnolo, un'università scozzese frequentata da un tipo che ti piaceva quando avevi 14 anni ti ha accettato e tu hai deciso di frequentarla dopo averla visitata per la prima volta in un giorno di pioggia, dopo aver viaggiato da sola per l'europa per due mesi e mezzo.

poi ti sei trasferita in scozia e ti sei messa insieme a un tizio irlandese molto piu' grande di te che pensava di essere gay e anche se avresti dovuto lasciarlo dopo un mese te lo sei tenuto per un anno e sei giorni, finchè lui non è andato in india a trovare se stesso. una settimana dopo hai conosciuto un altro tipo irlandese perchè i tuoi cerchi si chiudono sempre e a quanto pare misuri la tua vita in base agli uomini che ti fai perchè alla fine ci sarà un motivo per cui tutte quelle canzoni parlano d'amore. mica parlano di carriere e viaggi e politica estera.

in questi tre anni non hai capito cosa vuoi fare della tua vita, hai fatto nuove amicizie di cui non molte sono sopravvissute, hai mantenuto i contatti con le tue vecchie amiche, hai seppellito il tuo vecchio cane nero di nome kiwi e ne hai acquisito un altro biondo di nome papaya, non hai mai superato la tua dipendenza dai mommyblog e credi ancora nell'astrologia. non hai imparato a scrivere meglio e i tuoi disegni sono sempre puerili. hai letto libri, ascoltato musica, sperimentato con un paio di droghe, hai visto molti film e non hai versato poi tante lacrime, considerate le risate che ti sei fatta. hai smesso di mangiare carne e hai imparato a cucinare quelle cose macrobiotiche che ti piacciono tanto.

non è morto nessuno vicino a te, non è nato nessuno.
la voglia di studiare non è mai arrivata, la voglia di morire c'è stata spesso. la confusione non se n'è mai andata, l'inquietudine neppure. sei andata da uno psicologo per qualche mese e al momento te la cavi abbastanza bene, anche se ti fai ancora parecchio schifo e ti senti ancora molto sola, a volte, e incompresa, ma soprattutto sola.

sei ancora tu, tre anni dopo, hai dei vestiti che ti si addicono di piu' e vai a tanti concerti. riesci a tenere la tua pelle sotto controllo anche se la tua vita sentimentale è ancora un disastro. vivi in un posto in cui piove sempre ma almeno non c'è rischio di passare il sabato sera in pizzeria.

cosa c'era di tanto male nell'andare in pizzeria tutti i sabati sera non te lo ricordi, ma tutto sommato la tua vita è andata cosi' perchè decisamente cosi' doveva andare e sei sicura che alla fine (quella fine su cui ti interroghi cosi' spesso) guarderai indietro e dirai: certo, ovvio, non poteva andare diversamente.

e comunque, sticazzi, non è mica facile essere te.
non è mica facile essere.

sabato 26 novembre 2011

like an appendectomy, sans anesthesia

mia madre che in teoria dovrebbe essere una proto femminista mi dice: se ti manca scrivigli, oppure trovatene un altro invece di dirmi: sei forte e indipendente, non hai bisogno di uomini come quelli nella tua vita. la mia migliore amica si abbarbica ai miei accoglienti fianchi e si fa trascinare a casa ubriaca dopo avere finalmente discusso con quello che ormai da maggio è il suo ex e io rimango sveglia ad ascoltare il suo respiro nel caso avesse un attacco di panico, anche se in realtà non ho la minima idea di come intervenire. i miei ex coinqulini vanno a nuotare insieme, uno dietro l'altra, pallidi e britannici. la tipa di 36 anni innamorata dell'ultimo ragazzo che ho baciato scrive un blog praticamente dedicato solo a lui e io non riesco a smettere di leggere perchè in fondo ha ragione lei e anche io faccio parte del magnifico club delle donne psicolabili, le vostre madri vi avranno messo in guardia su di noi. il mio blog anonimo non raccimola neppure quello sporadico commento tipo "non capisco come minchia funziona il tuo cervello, però mi piace come scrivi" e io confesso al mio terapista che ho paura di essere bipolare.

compro maglioni e giacche pesanti e vitamina d super potente, ascolto musica anni 80 non tanto bella che di certo non aiuta questa strana sensazione che sento tra la bocca dello stomaco e le cellule gliali ormai da un bel pò. controllo su couchsurfing le sue numerose ragazze e mi ritrovo ad invidiare le sue amiche piu' delle sue amanti perchè l'unico uomo che mi ha mai definito "la sua migliore amica" aveva quindici anni e si fumava cinque bonghi al giorno e mi baciava sempre il collo mentre mangiavamo milioni di brioche alla nutella in piena fame chimica e se fossi stata meno psicolabile avrei colto l'occasione per perdere la mia verginità a 14 anni con un bel ragazzetto con gli occhi verdi ma invece direi che è andata diversamente.

(l'ho appena aggiunto su facebook e a quanto pare sta insieme ad una ragazzetta del suo liceo, e ormai il liceo l'abbiamo finito tutti da un bel pò di anni quindi direi che è ora e tempo di metterci una pietra sopra, o anche duecento).

tutto questo per dire che il male di vivere è vivo e lotta insieme ma soprattutto contro di noi, e amare qualcuno non vuol dire che questo qualcuno ami te, e il suo cuore è inaccessibile, e lui ha detto che non voleva vedermi perchè gli avrei ricordato quanto era felice quanto stava con me, e secondo me tra di voi c'era un magnetismo che non è facile da trovare, e nei miei sogni sei dentro di lei gonfio e magnifico e lei non ha faccia e la verità è che anche se non hai mai baciato nessuno un giorno qualcuno will perform oral sex on you.

l'unica cosa in cui credo al momento è che certe cose suonano meglio in inglese.

nella prossima vita esigo rinascere mormona.

giovedì 24 novembre 2011

snakes in the grass

questa sensazione di spossatezza diffusa e costante mi indica che l'inverno è finalmente arrivato, in questa fredda e bagnata landa desolata chiaramente non adatta al sostentamento della vita umana. insieme al gelido vento del nord è arrivato anche il nemico numero uno degli immigrati provenienti da terre amiche della sopravvivenza del genere umano: il buio. il buio che arriva verso le tre e mezzo di pomeriggio, quando il pranzo che ormai consumo alle dodici da brava svampita britannica è appena stato digerito dal mio intestino tenue. il buio che quando arriva te lo senti dentro le cervella, ti offusca i pensieri e inibisce le mie già non molto elevate capacità motorie.

la vita va avanti anche al buio, basta riempire due bottiglie di acqua calda, ingerire pastiglie di vitamine d come fossero smarties e concentrarsi sulle piccole gioie quotidiane che l'inverno ci regala. anche se essendo io ebrea le gioie del natale non mi riguardano, ed essendo io anche un pò agnostica e mangiarabbini, anche le gioie di hannucka mi riguardano molto poco.

per entrare nello spirito delle feste oggi che è il giorno del ringraziamento voglio rivolgere la mia gratitudine alle mie amiche, che mi portano ai concerti e da ikea sotto la pioggia gelida e mi ascoltano quando parlo dei miei amanti irlandesi e del mio male di vivere generalizzato. voglio ringraziare gli dei dell'olimpo o chi per loro per questa stanza con le assi di legno e per i biglietti gratis ai concerti e per l'educazione universitaria gratuita e per i soldi del bisnonno, che sono una maledizione finchè voglio ma senza di essi sarebbero cazzi amari, come si suol dire.

a circa due minuti di pioggia costante da qui, ad esempio, ci sono le tende che ospitano coloro che in questo momento stanno occupando un pezzo di parco per richiedere un mondo migliore mentre io passo le giornate andando dal mio terapista e poi a yoga manco fossi una casalinga di sinistra che cucina le ricette del guardian e va in vacanza in toscana. mentre io vado all'ikea in autubus e guardo in silenzio una madre con passeggino scozzese mezza matta che se la prende con una madre con passeggino pakistana che avrà circa sei mesi piu' di me.

mi piacerebbe un giorno imparare a godermi la vita senza inutili sensi di colpa, o magari diventare una persona in sintonia con il mondo che vive un'esistenza altruista e gratificante. ma per il momento questo è quello che passa in convento: bottiglie dell'acqua calda, esami per i quali non sarò mai preparata, uomini per niente interessati a instaurare mature relazione basate su reciproco affetto e stima con la sottoscritta e beni di consumo ikea che non sopravviveranno al prossimo inverno, ma tant'è.

martedì 22 novembre 2011

my girl is the queen of the savages

poi rob breszny posta questo:

"All my life I have longed to be loved by a woman who was melancholy, thin, and an actress," wrote 19th-century French author Stendhal in his diary. "Now I have been, and I am not happy." I myself had a similar experience -- craving a particular type of women who, when she finally showed up in the flesh, disappointed me. But it turned out to be a liberating experience. Relieved of my delusory fantasy, I was able to draw more joy from what life was actually giving me. As you contemplate your own loss, Cancerian, I hope you will find the release and deliverance I did.

e io capisco molte cose sullo stato attuale della mia vita. una vita che ho appena trasferito in una stanza nuova, che ho finito di decorare ieri sera e che mi piace parecchio. una stanza che non ha mai ancora visto una amante o anche solo un membro del sesso maschile e meglio cosi' perchè al momento ho bisogno di un luogo solo mio, dove potermi impanicare per la mole di lavoro arretrato che mi attende prima degli esami e per tutte le altre cose fanno mi venire l'ansia.

tipo questa tipa americana di 36 anni innamorata dell'irlandese che sono appena andata a trovare che mi ha scritto una mail piena di commiserazione non richiesta e per niente necessaria in cui dice che si, ci innamoriamo tutte di lui, e fa male, ma poi passerà e nel frattempo prenditi cura di te, pensa che io con lui non ci ho nemmeno mai limonato.

e infatti, carissima, io credo che il tuo problema sia che non ci hai mai limonato. il fatto che lui non ci sia stato nonostante le tue insistenze ti ha ridotto in uno stato di ossessione che io comprendo benissimo, ma che avendo avuto l'onore di avere rapporti pre matrimoniali con l'oggetto del tuo desiderio, posso affermare con sicurezza di non condividere.

si, ok, sto ascoltando i magnetic fields in repeat da due giorni perchè lui aveva una maglietta con scritto su ascolta i magnetic fields, ma credo che per questa volta darò retta a rob breszny e me lo metterò via, questo ideale dello scorpione appassionato di film e musica e cucina vegana, per vedere cosa succede se do una possibilità ad altri tipi di uomini, magari uomini meno self obsessed e, che ne so, con un minimo di talento a letto.

anche se gli scorpioni me li terrò buoni per le dritte musicali e le ricette vegane.

amen.

venerdì 18 novembre 2011

you don't have to be a scientist to do experiments on your own heart

sono le 23 e 23 di un venerdi' sera di metà novembre. la maggior parte delle mie cose giace ora su questo stesso letto dal quale sto scrivendo, in una stanza che ho visto per la prima volta una settimana esatta fa e che ora e quasi mia.
una settimana fa ero ancora senza casa, ma il mio quinto senso e mezzo mi rassicurava dicendo "andrà tutto bene". e in effetti da quella sera è davvero andato tutto bene: ho mangiato una zuppa da sola al mio solito pub vegano, ho perfino attaccato bottone ai miei commensali, poi io e la mia amica m. che porta il nome che voglio dare a mia figlia siamo andate a un art opening, abbiamo bevuto a gratis e incontrato gente che ci sta abbastanza indifferente con cui chiaccherare. mentre camminavamo verso la galleria dopo esserci perse un paio di volte abbiamo persinovisto una coppia che faceva all'ammore dalla finestra di una bagno, in controluce. nello stato psicofisico in cui ci trovavamo la cosa ci ha fatto un certo effetto.

poi siamo andate a bere una cioccolata calda e ho ricevuto un sms che mi comunicava la fine imminente della mia condizione di senzatetto. otto ore dopo ero in irlanda, su autobus che attraversava i verdi prati portandomi da questo irlandese che non sarà mai il mio ragazzo mentre quell'altro irlandese che lo è stato per un anno è da qualche parte in india a fare chissà cosa. non è stato facile accantonare il senso di colpa per questa piccola rivincita (per non usare la parola vendetta) ma la purezza d'animo non è mai stata il mio forte, anche se a volte riesco a convincermi del contrario.
sono stati giorni strani, di sabbia e sole, di maratone di film di thora birch, di making out sessions soddisfacienti e love making sessions cosi' cosi', di maglioni a collo alto per coprire i segni dei morsi dagli occhi cattolici dei genitori irlandesi e da quelli di gesu' cristo appeso fuori dalla stanza nella quala sgusciavo la mattina quando suddetti genitori andavano a messa. son cose.

e ora ho tre coinquiline giovani e belle con nomi carini e segni di terra, che studiano tutte architettura e già mi piacciono un bel pò, il che è molto bene. e i cambiamenti di cui parlava rob breszny mi spaventano solo un pochino, per il resto credo quasi di essere pronta.

lunedì 7 novembre 2011

I never knew I was a loveeer

per una settimana ho dormito a casa dalla mia amica g. che è di milano e studia teatro e filosofia e se non esistesse non solo bisognerebbe inventarla ma bisognerebbe pure mettere fine alla mia esistenza. da ieri sono ospite nel salotto della folle casa comunale del mio ex moroso, che in questo moemento è da qualche parte in india. è strano dormire qui senza di lui, mangiare qui senza di lui. ma alla fine a volte è strano andare al parco senza di lui, quando mi siedo su una certa panchina. è strano affrontare le situazioni difficili senza di lui.

mi ripeto il mantra del post break-up: non è lui che mi manca ma l'idea di lui.

purtroppo questa regola non la posso applicare alla mia condizione di nomade senzatetto: è proprio una casa che mi manca, non l'idea di avere una casa. stranamente a volte in questo pazzo autunno mi sento felice. spesso, anche. ok, magari non felice felice, ma serena si. amichevole anche se non ho palle di uscire a ubriacarmi, tranquilla anche se avrei molte cose di cui preoccuparmi. che poi la mia ansia spesso è connessa all'assenza di cose di cui preoccuparmi. le crisi mi si addicono. sarà che sono add.

sabato mattina all'alba dovrei andare in irlanda. ho comprato due maglioni verdi (usati, ovviamente) apposta.

spero solo di trovare casa, e con essa un briciolo di calma interiore.

a volte quando sono i cucina con persone che conosco da un anno o da un mese mi accorgo di essere una persona vera. non una ragazzina che si limita ad imitare gli amici piu' grandi o il proprio fratello maggiore, ma il risultato quasi finale di anni e anni di questa roba qua.

altre volte mi manca la mia mamma e vorrei tornare a casa a dormire sul letto dei miei genitori, come quella volta che c'erano i miei amici in terrazza e io avevo bevuto troppo e mi sono buttata tra mia madre e mio padre, con la gatta da una parte e la papaya dall'altra e abbiamo riso e siamo rimasti cosi' per un pò prima che io mi trascinassi sul divano in salotto.

e poi l'irlandese si è incazzato perchè in fondo era un idiota.