domenica 5 luglio 2009

estate bizzarra, parte prima

bene, inesisistenti lettori, bene.
questa mia prima estate universitaria sta diventando sempre più bizzarra, ed è veramente solo agli inizi.
l'ultimo mese è stato strano, quasi sospeso tra il pieno e il vuoto, tra il bello e il brutto, ma la mia attitudine verso tutto quel che è successo è stata di malinconico distacco, ho cercato di vedere poesia ovunque, anche dove proprio non ce n'era.

adesso inizia la parte che mi piace chiamare "come complicarsi la vita in dieci semplice mosse".
mercoledì abbandono isola immobile e mi dirigo verso città del vento, dove giovedì mattina alle dieci, se la prof. è puntuale, dovrei dare un esame.
e già qui parte la prima risata.
verso le undici mio padre, che l'ultima volta che è venuto a città del vento è riuscito a riempire il serbatoio di gasolio al posto che di benzina, dando vita ad una serie di sfortunatissimi eventi, mi verrà a prendere direttamente all'uni e insieme ci dirigeremo verso l'aereoporto di isola immobile.
forse non sapete che in questi giorni a città del vento c'è una cosa chiamata g8, per la quale hanno interrotto un trattato di cui non mi ricordo mai il nome, shkaovjjd qualcosa, per cui è consigliato recarsi negli aeroporti un'ora prima del previsto.
ovviamente, io sarò in aereoporto un'oretta scarsa prima del volo, se mi va bene, se.
e qui ci vuole un rullo di tamburi, per lo meno.
ah già, ma dov'è che vai g. cara, così di fretta?
in islanda.
per venti giorni.
da sola.
quindici giorni di volontariato, cinque di cazzeggio.
e qui il pubblico si guarda intorno perplesso, non capendoci più nulla.
bè, l'unica cosa che posso aggiungere è che compirò vent'anni in islanda.
non chiedemi, perchè.
giuro che da qualche parte ho delle ottime ragioni.
e comunque il saggio (leggi: l'oroscopo di internazionale) dice: qualsiasi idea prima di poter essere considerata valida deve aver fatto ridere almeno un migliaio di persone.
io per il momento sono a quota novecentoventi.
quindi, ridete, miei inesistenti lettori, ridete.

miss g. dottir