sabato 14 dicembre 2013

I always eat ice cream at endings

Fuori diluvia, la playlist di rookie si chiama hopelessly devoted to you e la mia coinquilina incinta è in ospedale perchè ha delle perdite sospette. L'anno  2013 sta per finire, e a me le fini fanno venire voglia di scrivere, che se no esco matta e non è bello da vedere.

Ieri sera mi sono trovata, per la prima volta da quando sono tornata in questa landa desolata, in una stanza piena di persone vecchie e nuove. La primissima persona con cui ho fatto amicizia era li, e anche se è stato triste constatare che la nostra amicizia non è mai decollata, è stato bello vedere che i nostri capelli sono cresciuti e le nostre cerchie amicali si sono interconnesse.

C'era un gruppo di ragazzette carinissime inglesi, americane, svedesi, tutte molto graziose e simpatiche, che vivono quel momento pericolante tra la fine dell'università e l'inizio di quello che viene dopo, e si tengono per mano e fanno gli sleepovers e i viaggi in autostop, insieme. Mi hanno ovviamente fatto venire una nostalgia incredibile per le mie amiche australiane, italiane, tedesche, con le quali mi tengo per mano, faccio sleepovers, e viaggi in autostop. O almeno, ho fatto queste cose in passati piu' o meno recenti. Anche il loro gruppo è stato sparso per il mondo, e presto lo sarà nuovamente, quindi in realtà lo so che non dovrei dare retta ai miei feels di inferiorità.

Poi c'era il mio ex, che per strani motivi frequenta il gruppo di ragazzette sopra citato. Il mio ex che è piu' magro di quanto ricordavo, indossa pile alle feste, ha i capelli grigi e ragazze procaci vestite anni 50 che ci provano con lui, perchè la storia ci insegna che il disagio viene spesso confuso per sex appeal. Il mio ex che è bilancia ascendente toro, come la mia migliore amica del liceo, e ha la venere in scorpione, come mia madre, e marte in leone, come me. Il mio ex che mi si siede vicino mentre coccolo dei ratti, e fa battute sulla loro relazione abusiva.

Qualcuno dice: "non ho mai sentito nessuno definire giocosa una relazione abusive".
Io rispondo: "bè, si vede che non conosci il mio ex. questa conversazione è diventata triggering quindi ora me ne andrò dalla stanza in maniera piu' drammatica del previsto".

Forse io e il mio ex dovremmo andare a fare terapia di coppia e parlare dei nostri feels usando pupazzi per rappresentare le nostre emozioni. Forse è cosa buona e giusta che non ci rivolgiamo la parola, e che io esca dalla stanza quando lui inizia a parlare di relazioni abusive. Forse preferirei non dovere mai piu' in vita mia condividere una stanza con lui.

Per il momento ringrazio il cielo per il gelato al cioccolato che ho trovato in freezer quando sono tornata a casa alle tre, e per l'esistenza dei ratti domestici.




giovedì 5 dicembre 2013

il drinking game dell'inverno 2013

per una volta non scrivo in sindrome premestruale o sopraffatta da eventi epocali (lols), ma semplicemente un giovedi' sera di inizio dicembre, con una tesi assolutamente non finita da consegnare fra sei giorni e mezzo (inserire panico e paura e mal di testa da fine del mondo). chiaramente ho mentito e anche questa volta scrivo perchè sotto stress come mai nella vita.

quella stessa vita che al momento è strana e sincronica al massimo, ma ormai ho letto abbastanza social theory per sapere che non è (solo) colpa della mia luna in scorpione ma anche di fenomeni piu' complessi che, da bravi studenti fuffa che la social theory non la capiscono davvero ma fanno finta with a little help from wikipedia, possiamo raggruppare sotto un termine umbrella: modernità fluida. perchè io cerco di scappare dalla sociologia da quando a nove anni i miei mi portarono a una conferenza intitolata "anarchici ed ebrei", il cui poster con il faccione di marx rimase appeso alla mia cucina per piu' di una decade, ma lei mi raggiunge sempre. maledetta.

ieri, per dire, ho ricevuto una lettera con fumetti disegnati per me e pietre simboliche, dalla persona coi capelli rossi e le tragedie irlandesi che ha una cotta per me. ieri ho anche limonato come una tredicenne al primo appuntamento (mi dicono, io a tredici anni, come si puo' intuire, non limonavo) con qualcuno che potrebbe benissimo trovare questo blog in qualsiasi momento (un saluto a casa), perchè appunto, modernità fluida. si, quelle stesse due persone che ho conosciuto lo stesso giorno piu' di due mesi fa.

io lo so che alla fine (che è sempre piu' vicina) mi ritroverò con una laurea fuffa e un biglietto di sola andata per la mia isola natia, senza la vaga traccia di relazioni vincolanti o prospettive concrete per il futuro. lo so che alla fine sono solo l'ennesima donna bianca ebrea borghese con un tema natale infelice (se state giocando il drinking game della mia vita, buttate giu' quella tazza di herbal tea alla lavanda) e una personalità myers briggs INFP (dove I sta per infelice N per non ce la puoi fare F per fattene una ragione e P sta per probblemi, molti probblemi). però al momento vorrei solo rallentare tutto e seguire ogni strada laterale invece di rimanere bloccata nel traffico delle mie emozioni (altro shot di herbal tea per il picco metaforico appena raggiunto).

potrei anche parlare dell'altro ieri, ma visto che sarebbe al di fuori dall'ambito della mia vita sentimentale mi risulta difficile parlarne. perchè questo in realtà è un sex blog in cui non si fa sesso. e non ho nemmeno la scusa di essere mormona.

magari fossi mormona! (shottino)



mercoledì 6 novembre 2013

blue is the saddest colour

stasera vado al cinema col mio nuovo amico post platonico (e una sua amica, per confermare lo stato del tutto undateble della nostra amicizia, ci fossero mai blurred lines). dopo ore di sesso saffico di dubbia qualità e piani ravvicinati di corpi nudi femminili senza peli o imperfezioni che per carità questo film è già abbastanza radicale senza dover rovinare l'appetito a nessuno, torniamo a casa a bere un the.

nel film adele, che si chiama come la mia bisnonna, s'innamora di emma, che si chiama come la figlia di mia cugina (dettagli importanti che non posso tralasciare). a un certo punto si tradiscono a vicenda e si lasciano. adele va avanti con la sua vita, ma due anni abbondanti dopo non se l'è ancora messa del tutto via.

mi chiede il mio amico post platonico: come fai a non mettertela via dopo due anni? e io rispondo: bè, non è buffo che proprio oggi mi chiedi questo, caro amico post platonico? giusto ieri sera ho rivisto il mio psichoex irlandese alla festa del giardino botanico. il mio pshicoex con il quale non sto insieme da piu' di due anni, dopo un solo, misero (in tutti i sensi) anno di relazione.

sapevo che probabilmente l'avrai visto, e quindi per preparmi psicologicamente l'ho sognato. perchè lo sogno ancora piuttosto regolarmente, e vi basti sapere che di solito non siamo in coda alle poste. quando l'ho visto al di la di un falo', ho pensato uffa, e mi sono concentrata sulle conversazioni che stavo avendo con altri. probabilmente un pò troppo intensamente, ma cosa ci vuoi fare. psichoex a una certa mi ha preso la mano che tenevo dietro la schiena, poco dopo ha detto per scherzo che mi aveva stalkato e sapeva dove abitavo. diciamo che il suo soprannome, psichoex se l'è meritato.

quello che non si è meritato, è un tumore al cervello per il momento a uno stadio molto iniziale, del quale io non voglio sapere niente. mi dispiace per lui, gli auguro il meglio possibile, ma auguro il meglio possibile anche a me, e questi due auguri non sono per niente compatibili.

ora se solo il mio inconscio la smettesse di propormi visioni di corpi irlandesi smilzi e muscolosi al tempo stesso, corpi che probabilmente nel frattempo sono cambiati per il peggio. ora se solo il destino mi dimostrasse che in effeti ce la posso fare, ad avere una relazione sana e genuina con qualcuno che non si dimostri essere psicolabile.

poi magari nel terzo libro della serie anche adele se la mette via, e si rifa una vita con un'altra maestra elementare, o con la madre di un suo allievo, o con chi minchia le pare e piace.

auguro il meglio anche a lei e al suo corpo smilzo e muscoloso e abbronzato e completamente glabro. 

martedì 5 novembre 2013

come in uno scadente libro di nick hornby

Un'altra luna nuova, un'altra sindrome premestruale, che cerco di accellerare a colpi di infusi abortivi (anche se ovviamente non c'è niente da abortire, e probabilmente mai ci sarà).

Mi trovo dall'altra parte del vallo di Adriano da piu' di un mese, ormai, e il rientro è andato piu' o meno come me lo aspettavo. Per qualche settimana non avevo le forze nemmeno di alzarmi dal letto, poi ho comprato tutte le vitamine possibili, ho cominciato a fare yoga e nuoto, e il mio corpo sembra essersi vagamente ripreso. Anche se continuo a funzionare al minimo, e perdere il novanta per cento del mio tempo dietro ad ansie e distrazioni varie, perchè se no non sarebbe la mia vita ma quella di qualcun'altro, qualcuno che ce la fa.

Una luna fa c'era il sole, era sabato e mi sono fatta due nuovi amici, una persona del toro, Irlandese e connessa alla Gente Queer dell'Australia, e un uomo gemelli, connesso alla Gente Italica che Seguo su Twitter. Perchè il mondo e piccolo e la vita è strana, quando la lasci fare.

Seguendo il ciclo lunare come da tradizione, ho dormito nel letto di entrambi, in una casa di campagna nel mezzo del nulla abitata dai soliti anarco hippie poliamorosi e in un appartamento qui vicino, di quelli un pò anonimi che ne hai visti mille uguali nelle tue varie vite precedenti.

Ho dormito male, non ho detto quello che pensavo e mi sono comportata in quel modo ermetico, intenso e del tutto ambivalente che un pò la sigla delle mie relazioni interpersonali. Sotto a un lenzuolo con una stampa della ruota dello zodiaco, in una stanza piena di zines, e sotto a un piumino blu notte in tinta con le tende brutte, in una stanza piena di libri scritti da autori maschi che ho letto o dovrei leggere e senza poster ambientalisti alle pareti. In una notte di luna piena, e in una notte di luna nuova.

Il fatto è che non so cosa ne sarà della mia vita tra un anno, e la cosa mi risulta problematica. Il fatto è che ho bisogno di amici un pò troppo, per non soccombere alle mie voci interiori che inneggiano alla rinuncia. Il fatto è che questa fase transitoria dura da otto anni ormai, o forse ventiquattro, o forse dall'inizio dell'universo.

L'unica certezza che ho è che continuero' a toppare, sempre e comunque. Ma forse un giorno imparerò a toppare meglio.




giovedì 12 settembre 2013

on top of the world

tra una settimana torno nella perfida albione, fuori il cielo è di quell'azzurro intenso e crudele che solo un'estate ormai finita sa regalarti e io sto ascoltando una playlist bella gasata per farmi passare un attacco lancinante di end of summer blues.

credo che la depressione che da sempre e per sempre vive dentro di me si stia infilando sotto lo zerbino che giace davanti alla porta della mia anima, un'anima che ha passato l'estate immersa nella nullafacenza perchè una persona cancro ascendente bilancia a volte ha bisogno di non fare altro che giocare con dei cuccioli e nuotare nel mare.

sono stanca delle persone prese bene dalla vita e sono stanca delle persone prese male. sono stanca di essere stanca, e sono stanca di non sapere come va a finire e sono stanca di stare da sola e sono stanca di stare in compagnia. sono stanca di essere sempre troppo o troppo poco e sono stanca del patriarcato e pure del femminismo.

riempo il vuoto con molte scarpe nuove e poi leggo naomi klein e non ho l'energia di sentirmi in colpa perchè tanto lo so che sono parte del problema e non della soluzione e che quando uscirò di scena il mondo ci guadagnerà per lo meno in anidride carbonica.

e intanto perdo chiavi o altri perdono chiavi per me ed è giunta finalmente l'ora di ammettere che nulla di grandioso è mai stato scritto nel mio destino e che la mia bellezza interiore ed esteriore è fine a se stessa e vaffanculo anche a neil young.




domenica 7 luglio 2013

new moon means pms rant

quindi eccomi qui, in una stanza che un tempo era la sala da pranzo dei miei nonni e che ora ospita un letto sul quale ogni tanto dormo, quando passo da questa isola mia natale. per me donna del cancro, questo senso di familiare dislocazione geografica è piu' fastidioso che eccitante, anche se lentamente sto cercando di accettare il fatto che il mio passato mi stia sfuggendo di mano.

ad esempio quella che un tempo era la cucina dei miei nonni, col the freddo e il gelato sempre in frigo e il bicchiere di birra che amavo usare, ora è un bagno molto grande, nel quale in questo momento il mio gatto diciottenne sta morendo. ci sta mettendo un pò a morire, potrebbe essere un'altra ora, un giorno o forse settimane. nessuno lo sa, e va bene cosi'.

mi ricordo il giorno in cui la portammo a casa, io ne avevo scelta un'altra dalla stessa cucciolata ed ero un pò delusa dalla gattina che aveva scelto mio madre. negli anni ovviamente ho imparato ad amarla, anche se lei era un vero gatto e si faceva molto desiderare. ma ti leccava sempre il naso, se glielo proponevi. parlo al passato di lei anche se probabilmente è ancora viva, perchè la gatta che era in vita se n'è già andata, anche se il suo corpo e parte della sua anima sono ancora di passaggio qui.

la migliore amica di mia mamma avrebbe compiuto 63 anni martedi' scorso, ma cosi' non è stato. è morta da meno di due mesi, eppure erano anni che solo il suo stanco involucro e una parte della sua anima erano ancora di passaggio qui. il resto se n'era già andato.

e anche io sono di passaggio, col mio corpo forte e abbronzato e la mia anima quasi del tutto intera. l'anno appena trascorso in australia sembra una realtà distante, quasi che non esistano aerei in grado di riportarmi al tempo che fu. i miei amici di li sembrano essersi dissolti nel vento, quasi che facebook non sia in grado di trasportare le mie parole fino a loro. perchè non lo è.

domani è luna nuova, in cancro, il che vuol dire che è da una luna che non faccio all'ammore. il mio ultimo amante era appunto durato giusto una luna, il che vuol dire che a)la mia mente contorta è ufficialmente fusa dal caldo e dalle zanzare e b)è ora e tempo di mettersela via e di accettare il fatto che amanda la relationship anarchist non sia stalkabile oltre una foto del sito del gay pride di uppsala.

ogni estate non ci credo che sono ancora qui a fronteggiare piu' o meno le stesse ansie e le stesse paure, eppure in qualche modo certe cose non cambiano mai, ed è quasi rassicurante.

g.


venerdì 14 giugno 2013

the lioness

mancano dieci giorni al mio rientro in the motherland (perchè patria mi sa di patriarcato), e la mia inquietudine generalizzata è al momento accompagnata da uno stato di hangover latitante. stamattina mi sono svegliata in un letto che non è il mio, ma purtroppo nemmeno quello di un amante. era il letto di sam, il mio amico queer che è nato nel 1993 ma inspiegabilmente è una persona vera, con la quale vado peraltro molto d'accordo (anche se non approva i miei gusti in fatto di uomini, ma come dargli torto).

ieri sera, prima di finire a fare il cucchiaio grande/piccolo nel letto di sam, ho girato in lungo e in largo la zona nord di questa strana città, alla ricerca di una queer dance night, dove giovani e giovanissimi individui dalla sessualità piu' o meno flessibile si ritrovano in uno scantinato a ballare musica strettamente r'n'b (anche se loro sono per la maggior parte bianchi, ma questo è un altro episodio della serie "essere problematici stanca"). queste serate, manco a dirlo, ricordano a persone sensibili come la sottoscritta, quella spiacevole sensazione che mi davano le festicciole delle medie. alle quali di solito non venivo nemmeno invitata, ovviamente.

a parte il solito senso di fallimento e ansia che mi danno le persone che limonano (in questo caso non solo coppie ma anche triadi e persino quadrangoli), le serate queer mettono a dura prova la mia già confusa identità sessuale, vittima di un tema natale infelice e dell'omofobia internalizzata che solo un'infanzia in italia può regalarti (bugia, un'infanzia in un sacco di posti, te la può regalare).

il fatto è che io non limono in discoteca, io limono principalmente in camere da letto mie ed altrui, dopo avere discusso per ore i pro e contro della situazione con il malcapitato di turno. sinceramente trovo i miei rapporti con l'altro sesso abbastanza complicati da non voler complicare ulteriormente anche quelli con il mio stesso sesso, e con tutti i sessi in between. mi rendo conto di come questa strategia non sia affatto vincente, ma non ho la minima idea di come cambiare le cose. mi sa che l'unica è vivere come se niente fosse e aspettare che l'universo in qualche modo collabori.

quello che sto cercando di dire è che, queer o non queer, non ce la posso fare.

g.


domenica 9 giugno 2013

liebestod

è lunedi' pomeriggio ormai, e non posso piu' ignorare il fatto che la tristezza mi ha finalmente colpito. forse questo essay sul legame tra l'amore e la morte in "death in venice" e "a woman appeared to me" non aiuta, forse gli altri tre essay che devo finire/cominciare per domani non aiutano nemmeno loro. anche se c'è il sole e sono seduta in cortile e sento il rumore del vento tra gli alberi.

lui, l'ennesimo nome irlandese con tendenze bisessuali, è partito esattamente ventiquattro ore fa. mentre finiva di preparare il suo zaino mi sono venute le mestruazioni, come da copione. la sera prima, che ormai non è piu' ieri ma sabato, mi ha concesso un massaggio semi professionale d'addio e mi ha marcato il collo con un cazzo di succhiotto, perchè siamo gente matura noi del poliamori.

la consapevolezza che lui adesso è con lei, la relationship anarchist, non aiuta di certo le cose, ma non è nemmeno la parte peggiore della situazione. lui è partito e chissà se lo rivedrò mai piu'. tra due settimane sarò io a partire, e chissà quanta gente non rivedrò mai piu'. dire addio è difficile. quando sei una donna del cancro, e anche quando non lo sei. quando hai qualcosa e qualcuno che ti aspetta dall'altra parte, e anche quando non lo hai.

sarebbe bello, sai, trovare qualcuno a cui non dover dire addio cosi' presto. non m'importa il segno zodiacale, o la radice del suo nome. non m'interessa nemmeno il suo sesso o le sue preferenze sessuale. posso persino tollerare il poliamori, con qualche sforzo da entrambe le parti. però vorrei la prossima volta non sapere dall'inizio come e quando e perchè finirà. per questo mese, queste quattro settimane esatte, è andata bene cosi'. due settimane di piu' avrebbero reso le cose molto piu' difficili. l'assenza di un'amanda in nuova zelanda avrebbe reso le cose molto piu' difficili.

o forse le avrebbe rese solo diverse. perchè anche cosi' non la definirei una sensazione facile nel mio petto. anche se so che passerà, e sono contenta che sia successo.

sono piu' contenta quando mi piace qualcuno, mi si risveglia l'ottimismo e divento piu' bella, e anche piu' simpatica. dormo meno, forse trascuro i miei amici e i miei interessi, però mi piace.

eccome se mi piace.

g.

domenica 2 giugno 2013

bachelorette

è domenica sera, nei prossimi dieci giorni devo scrivere quattro essays per un totale di 10000 parole nei prossimi. tra una settimana il mio pseudo amante del momento partirà alla volta della nuova zelanda, dove lo attende la sua partner svedese amanda, che da un mese a questa parte se la ride pensando alla mia monogamia fallimentare mentre lei si scopa il mondo con grazia e leggiadria. magari per la storia deciderò di lasciarle la mia amatissima vintage bike rossa e bianca, che alla fine dei conti è stato il mio amore australiano principale.

ma magari anche no.

oltre alla mia amata bicicletta lascerò un sacco di potenziali buone cose su questo continente, che mi ha tolto una volta per tutte quelle poche certezze che credevo di avere, dandomi in cambio una conoscenza basilare ed approssimativa di varie politiche radicali e qualche critica post-strutturalista.

però ho i capelli blu, quindi almeno la mia tredicenne interiore è soddisfatta dall'esito delle cose.

voglio un tatuaggio prima di andarmene, e altri mille nel mio futuro prossimo.

voglio capire cosa vorrei fare da grande, voglio aprire la mia vita all'universo e lasciare che faccia di me quello che ritiene piu' opportuno.

voglio innamorarmi, ricambiata, di qualcuno, qualcosa, qualche luogo o anche solo un'idea, una canzone, un libro, un film.

dopo aver trascorso gli ultimi mesi in una realtà insulare dove judith butler è una di noi e se non sei queer puoi anche fare a meno di uscire la sera, che tanto non rimorchi, sarà interessante tornare nella mia isola natia, che durante la mia assenza non ha mai smesso di colare a picco.

un giorno moriro', moriremo tutti, il che metterà fine alla mia crisi esistenziale cronica.
fino ad allora, questa è la mia vita, io non l'ho capita, figurati se tu fai meglio.

si, ho appena citato ligabue in senso strettamente non ironico.

g..

domenica 19 maggio 2013

i wish that you were here with me to spend the dull week end

poi non so, il fatto è che le persone si perdono per strada ed è troppa fatica emozionale anche solo provare a portarsi dietro tutti, come se la tua vita fosse un magic bus dell'amicizia e dell'ammore. alla fine io piu' di dieci persone alla volta, non le riesco a gestire.

ci sono le vecchie amiche, che vanno a momenti ma sono fondamentalmente costanti. ci sono le altre amiche che mi sono fatta negli ultimi sette anni, che alla fine su skype al momento giusto ci sono sempre. ci sono le amicizie temporanee che sanno di esserlo, che riempiono i periodi di transizione finchè non mi faccio degli amici piu' profondi.

ci sono gli amici piu' profondi, che tra un mese lascerò in australia e vedremo come continuerà la mia vita e la loro vita e la nostra vita su questa strana terra.

poi non so, il fatto è che il tempo passa e io sono sempre io, con i miei week end ansiosi aspettando che arrivi il lunedi'. con le mie piccole cose per riempire i tempi morti. con il mio bisogno di solitudine che male si associa con il mio desiderio di qualcuno con cui passare il week end. con cui cucinare, passeggiare, parlare, guardare film e cazzeggiare.

perchè tanto, le cose che dovrei fare non le faccio. non scrivo libri o fumetti, non faccio i compiti in anticipo, non do un senso alla mia vita perchè il senso per me sta nelle persone. nel tempo condiviso.

dovrei trovarlo dentro di me, il senso. perchè si, sono la mia migliore amica, ma quel genere di migliore amica che ogni tanto ti sta veramente sulle palle e ci litighi di brutto e vorresti tirarle i capelli dalla frustrazione.

per fortuna che domani è lunedi' e durante la settimana non ho tempo per pensare al senso della vita!

g.

venerdì 17 maggio 2013

it's easier now

lui ha gli occhi blu chiarissimi e una faccia un pò cosi'. lavora con me alla food coop, dove è troppo stressato per fare amicizia. all'inizio del semestre ci siamo parlati una volta, mentre dipingevo su un lenzuolo il logo di un'altra attività ambientalista. l'anno scorso era in scambio in svezia, quest'anno sono io in scambio in australia. di cose in comune ne abbiamo parecchie.

non ci siamo parlati per mesi, fino a due settimane fa, quando dopo essermi sorbita l'ennisimo discorso di merda di qualche tizio sessista che non sa di esserlo ho detto alla mia amica b.: dovremmo fare amicizia con r. il giorno dopo ci vide tutti e tre nel letto di b. a guardare my so called life per sette ore consecutive.

quella notte io e r. la passammo in un parcheggio infestato di gatti impauriti a parlare di tutto e niente mangiando felafel. r. viene dalla costa occidentale, è andato a scuola in collegio, è bisesessuale e ha una relazione poliamorosa con una certa amanda, che è una relationship anarchist svedese, e che tra meno di un mese verrà qua per qualche mese.

una settimana fa esatta r. mi ha confessato di avere una ridiculous crush on me. per arrivare a tale dichiarazione ho dovuto scappare con la coda tra le gambe da casa sua dopo averci trovato ancora dentro la tipa che si era scopato la sera prima. perchè tutti i potenziali drammatici di ogni situazione vanno esplorati a fondo, a quanto pare.

a proposito di drammi, la settimana scorsa è morta la migliore amica di mia mamma, una delle persone a cui ho voluto piu' bene in vita mia. erano anni che stava morendo, di cancro, di anoressia, di alcolismo, ma soprattutto di tristezza. come me anche lei era una donna del cancro e aveva studiato storia dell'arte.

stamattina mi sono svegliata con r. ed erano letteralmente anni che non mi svegliavo cosi' con qualcuno.

ora sto ascoltando della musica tristissima di qualcuno che è morto due mesi fa, fuori è uscito il sole e devo leggere la morte a venezia.

credo che non mi farò la doccia ancora per un pò, per lasciare che l'odore del sesso mi ricordi che c'è qualcosa di puro e felice oltre alla tristezza infinita, dentro la tristezza infinita.

g. che non è adatta al poliamori ma è un periodo strano e quindi


sabato 13 aprile 2013

kiwi come l'uccello della nuova zelanda

la situazione è sempre la stessa, mezzanotte e zerosette di un sabato sera passato ad agonizzare su libri ed articoli di jstor sul masochismo o l'uncanny o chi cazzo lo sa a questo punto che cosa scriverò sull'essay domani, o sugli altri due essay che verranno subito dopo, e che mi vedranno cadere in stati di compulsivo abbruttimento totale.

io sono anche sempre la stessa, in un momento di premestruale sovrappeso, anche se il mio recente femminismo militante mi impedisce di usare la parola sovrappeso senza provare un odio profondo per il patriarcato, olte che per me stessa, la mia acne persistente e il mio stupido taglio di capelli da anarchica-che-salta-sui-treni, quale non sono ne sarò mai in quanto ebrea benestante poco incline alla sporcizia.

però mi è venuta in mente questa immagine bellissima del mio cane di nome kiwi che durante il suo ultimo inverno sguazzava nell'acqua alta come se non ci fosse attività piu' soddisfacente al mondo che sguazzare nell'acqua alta. e se l'immagine di un cane nero senza coda di diciassette anni che salta nell'acqua come una nutria fatta di speed non vi riscalda il cuore, mi sa che c'è niente da fare per voi e la vostra anima.

io in fondo lo sapevo che cinque anni piu' tardi mi sarei seduta ad un tavolo di una cucina di melbourne, bisognosa di un immagine di felicità incondizionata e selvaggia e pura alla quale aggrapparmi per non soccombere a questa sensazione di esasperata noia e fastidio nei confonti dell'umanità in genere e della mia vita nello specifico.

oh, kiwi, come mi manchi tu e il tuo modo di essere il cane migliore di sempre.

che di questi tempi, i cani di nome papaya hanno paura dell'acqua e si rifiutano di uscire senza il loro cappottino impermeabile.


martedì 29 gennaio 2013

left me here to sing this song

lui ha i capelli molto corti, ricci, e una faccia da italiano che te la raccomando. ha una stella rossa e nera tatuata malamente sul petto, che è magrolino e glabro come è giusto che sia quando hai 21 anni e sei un anarchico australiano. lui parla con tutti, hipsters e bambini e cani che lo guardano interdetti ma poi non sanno resistere al suo cute boy privilege e gli offrono sigarette e sorrisi e scrollano le spalle pensando "to be young and free".

lei ha due anni piu' di lui ma se ne sente mille e decide di volergli bene mentre lui le canta "sacco e vanzetti are gone" con la sua chitarrina, in una fattoria nel mezzo del nulla vicino a canberra, che è esattamente come uno se la aspetta, dove giovani ambientalisti si ritrovano ogni anno per parlare di politica e limonare e ballare a piedi scalzi e discutere di femminismo e succhiotti. lei si sente molto vulnerabile, ma anche quasi adulta, a volte, ad esempio quando aspetta pazientemente che le cose migliorino invece di impanicarsi.

lui studia per diventare infermiere, perchè i dottori sono borghesi, e prende ogni giorno una pillola per alzarsi dal letto, anche se a vederlo sembra la persona piu' felice del mondo. "until the revolution" dice lui, mentre cammina sotto il sole verso lo zoo che non visiterà perchè si è dimenticato la macchina fotografica a casa.

lei pensa alla fidanzata di lui, e all'amicizia tra uomo e donna, e alle strane sensazioni degli ultimi mesi, a quando finiranno, a come finiranno, se finiranno. pensa alle pillole che potrebbe prendere per dormire tranquilla, anche se lo sa, che non esistono pillole per rendere le cose che sono difficili facili, per trasformare queste cotte agrodolci in qualcosa di diverso.

loro hanno in comune la luna in scorpione e qualche altra cosa di quelle che sono difficili dal definire, e forse si rivedranno domani, o a marzo, o mai piu', ma non è questo il punto.