domenica 30 ottobre 2011

brain damage

rob breszny questa settimana ha detto che per halloween mi dovrei travestire da persona che cercava le chiavi magiche e ora le ha trovate, perchè nelle prossime settimane tutte le porte si apriranno davanti a me. inizio a pensare che il destino si stia prendendo gioco di me perchè stamattina verso le quattro il mio coinquilino a iniziato a tirare uno scarpone da neve contro la porta della mia stanza. la porta della mia stanza che ora porta i segni di questo attacco, quindi non è possibile che me lo sia sognato.

il mio coinquilino biondo che ieri ha dato una festa senza dirmi niente, ben sapendo che a)ero a casa e b)cercavo di dormire perchè ho un cazzo di essay da consegnare mercoledi che devo ancora cominciare. perchè lui ha finito i suoi essays settimane fa, anche se sono per la fine di novembre, come ci ha tenuto a farmi sapere ieri sera quando i nostri rapporti erano ancora civili. poi io ho osato lamentarmi perchè questa tipa che lui si voleva scopare stava cantando leona lewis al karaoke da circa due ore senza sosta e io, nel buio della mia cameretta finanziata da mia madre ma comunque pagata cara, iniziavo a contemplare un omicidio di massa.

si vede che il mio immaginare omicidi di massa è un modo piu' sano di incalanare la rabbia, perchè certa gente preferisce bere in abbondanza e poi tirare scarponi, che se fosse stato mio fratello quando eravamo giovani glielo avrei ritirato dietro e sarebbe finita li, ma nella situazione di minoranza in cui mi trovavo l'idea di affrontare un gruppo di tizi scozzesi ubriachi fuori dalla mia porta non mi ispirava molto. vi risparmio le battute di dubbio gusto che ho sentito pronunciare dietro quella porta, ma vi assicuro che ho avuto paura. e avere paura quando sei nel tuo letto, in camera tua, non è per niente piacevole. perchè dove puoi nasconderti? dove puoi rifugiarti? chi puoi chiamare alle quattro di mattina?

poi l'irlandese mi ha mandato una mail dall'india e gli ho detto di chiamarmi e alla fine mi ha consolato dalla stazione dei treni di mumbay, perchè la mia vita è bizzarra.

facciamo che certe porte è meglio se rimangono chiuse, rob.

martedì 25 ottobre 2011

e tu vedi come un sogno la normalità

gli afterhours, ah gli afterhours. mi ero dimenticata quanto gli afterhours si sposino bene con il post break up. ah, quanti ricordi. ah.

vivere male, prima o poi ti fa male.

alla fine ieri sera tutte quelle cose che ho scritto nell'ultimo post non mi hanno fatto dormire la notte. e so che l'ho già detto, ma questa cosa del non dormire la notte non va per niente bene. sembra quasi voler confermare il fatto che io forse non sto tanto bene, che finchè era un concetto immaginario senza conseguenze psicofisiche tangibili poteva anche starci, ma se inizio a dimagrire e a non dormire e a spendere soldi che potrei destinare allo shopping sfrenato in terapia, allora no, cazzo, non è piu' tanto divertente questa storia del male di vivere.

e sapete perchè scrivo queste cose qui sull'interweb invece che su una moleskine che fa molto vintage? perchè l'altro giorno ne ho riletta una e, minchia, tutto quello che scrivo è una copertura della mia stessa infelicità. ogni singola riga mi appare ancora piu' dolorosa di quanto in effetti sia, e non per le cose che dice, ma per quelle che cerca di non dire. per risparmiare ad un pubblico immaginario quanto miserabile sia la mia privilegiata esistenza di giovane donna medio borghese. per risparmiare alla me stessa del futuro o alla me stessa del presente la verità sulla sua stessa fottuta vita.

questo non è quello che vorrei per me.

io per me vorrei solo dormire la notte, ed essere magari un pò felice di quello che ho. e magari avere un pò meno cose e piu' persone o piu' meglio persone.

ma la verità è che la gente sta male.

io, di sicuro, al momento, sto male.

lunedì 24 ottobre 2011

such a relief to be objectified

il tempo che passa, gli anni che volano e i pomeriggi che sembrano infiniti, una frase letta su un diario quindici anni fa e ancora ci pensi. la gente che viene e la gente che va, gli oroscopi di rob breszny e le canzoni di jeffrey lewis, i mommyblogs e i social networks, i coinquilini stronzi e gli appartamenti vuoti, le amicizie casuali che promettono bene ma non si approfondiscono mai, le amicizie profonde formate nell'arco di due giorni con persone che come te non sono in grado di sostenere la propria stessa intensità, la gente stupida, la gente molto stupida, la gente stupida cool e la gente stupida geek e l'idea che probabilmente si, anche tu sei una di loro. una persona stupida. che dice e fa cose stupide, e ne pensa anche di peggio.

le cene a base di zuppa, tornare a casa attraversando il parco quando fa buio, l'ansia che fa venire i brufoli, l'istruzione scadente che ti ruba gli anni e anche i pomeriggi, i bambini felici di summerhill e le scuole steineriane, i lavori estivi e le internships al moma, i curriculum vitae e le lettere di raccomandazione, gli uomini delle campagne irlandesi con i loro tenerissimi accenti, le ragazze che portano il nome che vuoi dare a tua figlia e assomigliano pure un pò a come te la immagini. la politica e le bottiglie di plastica e il pane fatto in casa e le residenze artistiche in uruguay e l'autostop, il woofing e couchsrufing. lavorare gratis e ascoltare musica su grooveshark. la gente che muore e ti ricorda che in effetti potresti anche morire.

le soluzioni che sono alla base dei problemi, le aspirazioni e le ambizioni e le passioni e le depressioni e la mancanza cronica di segni di terra nel tuo tema natale. e la luna in scorpione, oh, la luna in scorpione. l'india e san francisco e il paesino dove sono cresciuta prima che costruissero l'auchan e l'ospedale e la piscina rialzata. the dispossessed e il senso della vita, la queer theory e il gay club e le coinquiline lesbiche e la libreria dell'università. il tempo che continua a passare e continua ad essere un concetto umano piu' che altro.

we are just a natural thing, just like anything.

mercoledì 19 ottobre 2011

isn't it ironic

da dove cominciare? ah si, dall'universo. avete presente l'universo? l'universo che quando vi vede in difficolta' non vi manda una soluzione ma bensi' un ulteriore problema, cosi' almeno vi distraete. ecco, l'universo recentemente deve aver notato che tipo non dormo piu' la notte come una persona normale e altre cosette del genere, e in tutta risposta mi ha mandato un couch surfer irlandese.

secondo il principio del libero arbitrio sono io che ho accettato la sua richiesta, pensando che sarebbe stato quanto meno buffo ospitare un irlandese dal capello nero e l'occhio verde una settimana dopo averne rimesso in liberta' un altro. ah, come appare chiaro, rileggendo queste righe, quanto lo scopo ultimo della mia esistenza sia distruggere la stessa. ipotesi peraltro largamente confermata dal mio inquietante tema natale.

se poi consideriamo che il piu' recente irlandese rientri, in ordine sparso, nelle seguenti categorie: scorpione, vegano, film maker, per nulla gasato, gentile ed aperto, per niente prono a commettere atti impuri con la sottoscritta potete capire come l'infelice situazione nella quale mi trovo dal giorno in cui l'irlandese problematico e' partito non sia stata esattamente migliorata da lunghe ore di profondo scambio di idee e piacevoli passeggiate per le strade di questa citta'.

se poi aggiungiamo a tutto questo la Sindrome, l'insonnia e il surriscaldamento globale, potete facilmente capire che cosa io pensi dell'universo in questo momento.

che io possa rinascere su annares (dove quando la gente vuole copulare si rivolge al partner prescelto chiedendo, semplicemente "ti va di copulare") invece di passare i miei mercoledi' mattina ad accompagnare alla porta questi cazzo di irlandesi con gli occhi che sembrano verdi che in realta'non lo sono.

mercoledì 12 ottobre 2011

and then he's gone

te ne sei andato da sei ore e quarantadue minuti, but who's counting.
mi sono svegliata con te alle cinque e trentadue e ti ho ascoltato muovere le tue cose rumorasamente in cucina. quello zaino piccolissimo che hai comprato solo ieri, i piatti della colazione. fuori pioveva forte e il letto era ancora caldo. mi sono alzata per fare la pipi' e ti ho accompagnato alla porta, ci siamo salutati velocemente, erano le sei e un taxi ti aspettava, fuori.

poco piu' di un anno fa la mia amica lucia è venuta a trovarmi qui in scozia prima di tornare nella sua natia australia. ha preso un taxi verso l'aereoporto alle quattro di mattina e io l'ho accompagnata fuori, abbracciandola in pigiama a piedi nudi sull'asfalto. se ti fossi per qualche motivo svegliato alle quattro anche tu, quella mattina, ci avresti viste dalla tua finestra, ma invece dormivi. l'avrei accompagnata in aereoporto se non fosse partita cosi' presto. ti avrei accompagnato fino alla stazione degli autobus se non fossi partito cosi' presto. ma invece sono tornata a dormire.

ieri sera ho realizzato che in teoria potremmo trovarci in malesia, io e te, alla fine di marzo. non costerebbe troppo e forse lo potrei pure giustificare. se avessi un lavoretto, come lo chiama mia mamma, mi sentirei meno in colpa. se fossimo una coppia vera l'avrei già comprato, un biglietto per venirti a trovare.

ma questo è il tuo tempo per viaggiare, e questo è il mio tempo per fare quelle cose che continuo a non fare.

te ne sei andato da sei ore e cinquanta minuti, e quando mi sono riaddormentata ho sognato che ero in ritardo per l'appuntamento con il mio analista. e quando mi sono svegliata il frullatore non funzionava piu'.

è ironico, sai, che il frullatore abbia smesso di funzionare quattro ore dopo la tua partenza.

sabato 1 ottobre 2011

so not what i wanted.

la prima volta che è successo era la fine di maggio e avevo passato la giornata ad edinburgo con il mio ex amante spagnolo e uno chaperon nord irlandese amico comune. avevo bevuto una coca cola di troppo, il paesaggio in treno mi aveva esaltato, il mio irlandese mi aveva tirato una delle sue scene e morale della storia, mi sono ritrovata alle sei di mattina, completamente sveglia. quella volta ho capito come iniziano le guerre.

la seconda volta era settembre, uno dei miei ultimi giorni in italia, il primo giorno da sola dopo visite varie. mio padre era nel mezzo di una maratona televisiva che probabilmente è ancora in corso as i write, e io ho pensato bene di unirmi alla sua follia e sono rimasta sveglia fino alle sette leggendo un simpaticissimo libro sulle morti in carcere. quella volta ho capito che le guardie sono davvero infami.

poi ieri ho bevuto un caffè, il primo dopo un sacco di tempo, c'era un ondata di caldo che ora per fortuna è passata e piove di nuovo sui nostri capelli appena lavati, l'irlandese mi ha tirato una delle sue scene, ed essendo io vicina ad un esaurimento nervoso per vari motivi tra cui la partenza di suddetto irlandese per l'india tra dieci giorni, mi sono addormenta forse alle cinque e mezza, forse dopo. questa volta ho capito che certe cose non si possono rimandare in eterno, tipo scaricare certi irlandesi dopo un anno giusto di scene.

sono brutte, queste notti insonni. si apre una porticina, verso le tre e un quarto, ed e' facile facile scivolare giu', e ancora piu' giu', e piangere fino a che le coperte non sono coperte di muco, o grattarsi fino a che le punture di zanzara non lasciano cicatrici profonde, ed elencare i propri fallimenti finchè non ammontano alla somma totale della tua vita nella sua interezza, e la voglia di viverla, questa pietosa esistenza, un pò ti passa.

sono strani, i giorni che le seguono. un momento si è eccitati e capaci di tutto, poi bum, si è un mucchietto di ossa ai piedi del letto.

e io vorrei essere in riva al mare. vorrei avere di fronte a me spazio aperto, non lo schermo di un computer.

ma almeno stanotte dormirò.