lunedì 20 aprile 2009

chiedetelo a ian curtis

ebbene, ho deciso di dare una seconda chance a questo blog.
perchè? bah, diciamo che sono capitata nel blog di una ragazzina di dodici anni (la ragazzina di dodici anni più profonda della terra, suppongo) e ho pensato che tutto sommato anche se nessuno legge quello che scrivo, vale sempre la pena scriverlo e condividerlo(perchè prima o poi qualcuno passerà di qui, vero? VERO??).
e poi devo dare un senso a queste giornate, devo prendere nota di quello che succede nel mio cervello e al di fuori di esso, perchè il senso del tempo che scorre è una cosa assai difficile da afferrare, ma tentar non nuoce.

sono a città del vento, tra quaranta ore ho un esame e la mia materia grigia continua ad essere impermeabile alle nozioni che tento invano di infilarci dentro.
sarà l'età, chissà, sarà il caldo che fa, chissà, sarà che la materia in questione da il nome al mio corso di laurea e quindi rendermi conto di cosa ho effettivamente scelto di studiare mi riempe di sgomento, sarà che ogni giorno è una lotta per sopprimere i pensieri di ho-toppato-di-nuovo-e-di-brutto, che riguardano circa il novanta per cento della mia esistenza, ma la sensazione che riempie la mia anima, o quel che è, è una specie di nebbiolina grigio verde, che mi provoca la stessa sensazione di una pioggerellina primaverile: vivere è bellissimo, solo che prude un pò e rende i capelli crespi.

vorrei che l'equilibrio che esiste dentro di me tra saggezza e inquietudine si sbilanciasse un pò più spesso verso la saggezza, ma purtroppo essere cancro terza decade non è cosa da niente, chiedetelo a ian curtis.

con questo vado a cucinarmi un ovetto, chissà che le proteine diano un senso a questa sera di studio intenso e furibondo.
(giacomo leopardi, per la cronaca, era ovviamente cancro pure lui)

miss g.