sabato 10 dicembre 2011

fare thee well miss carousel.

dicono che le ultime settimane siano andate meglio del previsto, tra neve, tempeste e altre condizioni metereologiche meno estreme. townes van zandt è entrato di prepotenza in un immaginario collettivo fatto di giornate passate in casa davanti a dei libri e ad un macbook nero con la batteria fuori uso, portando un pò di sana malinconia in una situazione potenzialmente deprimente nel senso piu' malato del termine.

devo capire dove andare l'anno prossimo, se studiare per un anno in altri continenti non specificati o rimanere in questa città in bilico tra mary poppins e trainspotting. nel 2012 intendo tenermi alla larga da uomini di religione cattolica cresciuti a cavoli e patate in contee rurali dell'irlanda del sud e poi basta, le mie risoluzioni per il momento non si spingono oltre.

temo di fare parte di questo fenomeno che mi dicono sia generazionale in cui praticamente, tipo, cioè, l'idea di volere fare qualcosa/diventare qualcuno è guardata con sospetto. e io infatti non voglio fare nulla e non voglio diventare niente. ripensandoci credo sia una cosa che esiste da sempre e si chiama " voglia di fare un cazzo". ne soffriamo tutti a volte, tranne quelli che hanno sempre bisogno di fare qualcosa per sentirsi realizzati, e io costoro li ho sempre guardati con sospetto.

ieri sera ho deciso di fare la sociale e sono andata non ad uno, ma bensi' due potlucks, senza nemmeno portare cibo! such a rebel! alla prima festicciola a casa di questa coppia ammerigana che se mai cercasse una madre surrogato per i suoi bambini io mi offrirei volontaria ho parlato forse anche troppo con una tipa canadese che sta facendo un phd in children literature: prima abbiamo parlato della nostra comune identità ebraica (o della mancanza della quale), poi abbiamo scorperto che il villaggio di pescatori dove passerà le vacanze di natale e lo stesso dove sono stata recentemente in irlanda (se potessi avere un nichelino per ogni volta che scrivo/penso/dico la parola irlanda...) e infine abbiamo parlato del paesino di montagna in trentino dove, in decenni diversi, io ho imparato l'inglese mentre lei lo insegnato.

tutto questo per dire che il mondo è ancora un posto piccolo e bizzarro e che si, lo so, che non importa quanto lontano andrò dalla mia terra natia, sarò sempre in compagnia di me medesimo perchè ahimè, non c'è, come dire, scampo.

però la gente che ha la mia età e al momento sta facendo un phd/si è sposata/ha sette figli/ha scritto due libri deve un pò morire, cosi' in generale come concetto.