lunedì 24 marzo 2014

slippery people.

il semestre finisce venerdi', l'ultimo di questa mia laurea fuffa scozzese, per la quale ho studiato circa un quinto del tempo che ho invece trascorso in bilico tra l'ansia e la depressione. la gente inizia ad andarsene, gente che conosco dal 2010, ma che non conosco davvero, sai? forse mi sta tornando la malinconia, dopo un mese col sole in pesci passato all'insegna dell'amore universale e dell'individualismo edonista fasullo, perchè io e l'edonismo dopo un pò cozziamo, sai? 

ho smesso di dormire in letti altrui. ho smesso di lasciare che la gente entri nel mio cervello, nel mio cuore, etc. ovviamente mi annoio da morire, e mi mancano i drammoni come mi manca il sole, il mare, e il cane di nome papaya. invece niente, cerco di fare la persona seria, di non incasinarmi la vita per vedere l'effetto che fa. perchè lo so benissimo, a questo punto, l'effetto che fa, e non lo raccomanderei al mio peggior nemico.

continua ad essere colpa dei miei genitori, dei miei traumi infantili e adolescenziali. continua ad essere un tema natale infelice, e un periodo difficile per i segni cardinali. continua ad essere la gente che mi è morta intorno, gli uomini che non sono stati molto carini nei miei confronti, le donne che non rispondono alle mail. continuano ad essere le mie carenze affettive, che hanno un diametro pari a quello del Galles. continuo a non essere capace, continuo a toppare. anche se manca la materia prima per farne un drammone dei miei.

l'autarchia è una noia pazzesca. i miei colpi di testa avevano senso a vent'anni, ma a quasi venticinque non ne vale la pena. non ne sono piu' capace, in ogni caso. ho perso la lucentezza molto tempo fa, per mano di un irlandese che ora ha un impermeabile brutto beige, e una morosa coi denti distanti tra loro. 

non è la prima volta, che mi do alla coltivazione della mia persona, ed è proprio come me lo ricordavo: stranamente faticoso, gratificante a sorpresa, e noiosissimo. 

ma passerà anche questa, suppongo. speriamo solo che non finisca in drammoni, che anche quelli dopo un pò perdono il loro fascino. 

sabato 15 marzo 2014

i will follow you into 2006

una coperta bellissima, verde smeraldo e rosso bordeaux, fatta dai monaci di non so quale isola sacra, che copre le mie ginocchia in questo preciso momento, e le mie spalle ogni mattina, mentre faccio colazione.
un casco da skateboard, celeste chiaro, che mi protegge la testa da eventuali cadute dalla mia sgangherata bicicletta da corsa piu' vecchia di me, ogni santissimo giorno.
una macchina fotografica analogica, che giace a casa dei miei genitori, dimenticata insieme alla reflex digitale da nata nel 1989, con la quale in gioventu' ho scattato delle foto, alcune pure belle.
anche tu, che mi hai regalato queste tre cose, hai scattato delle foto pure belle, con quella macchina. una in particolare mi torna in mente: ci sono io, con le mani sui fianchi, appoggiata ad un muro mezzo arancione, mezzo verde acqua, accanto ad una finestra decorata con dei fiori rossi e viola. era la prima volta che mettevo piede in una pittoresca isola a mezz'ora da casa mia, e c'eri anche tu, con me.

ora non ci sei piu', e io vado ai concerti da sola, anche se dopo mi raggiungono una serie di amici con i loro entourage. è la terza volta in dieci giorni che vedo la stessa band dal vivo, e a questo punto mi mettono sulla guestlist. è la prima volta che entro in questa venue, credo, ma mi ricordo una sera che ci sei stato tu, e al tuo ritorno eri ancora strafatto di roba e a me non aveva fatto per niente piacere.

ho dei pantaloni stretti, rosa chiaro con degli elefanti rosa scuro sopra, che in bicicletta mi danna fastidio e mi lasciano il fondoschiena scoperto. a un certo punto mi bloccano la circolazione, e mi sento male come quella volta in nuova zelanda quando ho messo i jeans dopo cinquanta kilometri di cammino. li ho messi perchè mi ricordano il 2006, e dopo il concerto vado a una festa a tema "te stesso nel 2006".

arrivo alla festa a mezzanotte, non bevo ma mangio pane e hummus come se non ci fosse un domani. parlo con un tizio che nel 2006 era un'altra persona di limoni con sconosciuti ai concerti di morrissey, e guardo la padrona di casa, che amo segretamente da anni, suonare la chitarra ubriaca e vestita da lolita goth. canto canzoni dei blink 182 con i miei amici che nel 2006 erano alle elementari.

poi arriva il sabato piu' inutile di sempre e non ho nemmeno piu' la forza di crederci almeno un pò, come nel 2006.


mercoledì 12 marzo 2014

so fluorescent under these lights

bastano due giornate di sole consecutive per farmi tornare la gioia di vivere, il che mi fa seriamente riconsiderare alcune mie scelte di vita, tipo quella di passare i miei anni migliori in questa landa desolata. faccio colazione al sole, parlando su skype con il mio gelataio di fiducia, che ha la leucemia ma sembra che stia meglio. penso che è il compleanno di mio padre, e che dovrei skypare anche con lui, anche se non sarà mai la stessa cosa.

i vestiti si asciugano in fretta, la bicicletta fila che è una meraviglia, e io canto "i'm the luckiest guy in the lower east side cause I've got WHEELS and you wanna go for a ride" al vento, come facevo a melbourne nei viali alberati. quelli si che erano bei tempi, ma anche questi non sono malissimo.
pranzo mentre parlo con mia madre di vibratori e con mio padre di macchine da cucire. penso che sembrano sempre piu' vecchi, i miei genitori su skype.

incontro un nuovo amico alla mia sala da the preferita, e non rovino le cose come al solito, anche se ho controllato i nostri pianeti e dicono bene. sta scrivendo la sua tesi di laurea sulla mia città natale, e io lo prendo come un segno, perchè ultimamente ho bisogno di segni. chiacchieriamo le solite quattro ore e al momento di tornare a casa scopro che abita nello stesso palazzo della mia ultima vittima. incidentalmente, hanno anche lo stesso nome. prendo anche questo come un segno, anche se vorrei anche io farmi le grasse risate che si sta facendo l'universo alle mie spalle.

vado a una cena per sole donne, di cui la maggior parte sono tedesche e/o del toro, e parlo di malattie e religione e astrologia con delle gurlz che non saranno mai le mie gurlz, ma che mi stanno super simpa lo stesso. se ci fosse piu' tempo e piu' spazio e piu' modo, forse riuscirei si a farle mie, ma tutto sommato è meglio fare il conto di quello che ho, che è molto, anche se le mie sfighe esistono e torneranno a dominare la scena appena il sole se ne va.

quindi molto presto.

intanto ascolto remix vari di drunk in love e dico alla mia frustazione sessuale che va tutto bene, passerà anche questa. 

domenica 9 marzo 2014

the same things happening to me all the time, even in my dreams.

vado agli eventi femministi da sola, anche se conosco chi li organizza, chi ci suona, e chi fa le foto. vado da sola e mi prendo qualcosa da bere contro la timidezza, e dopo due minuti ho già individuato la mia prima cotta, che poi è quello che fa le foto. durante il primo concerto parliamo due minuti, ed evidentemente l'alcol non ha ancora fatto effetto.

va a finire che mi aggrego ad un gruppo di miei conoscenti tra i diciotto e vent'anni. il piu' giovane mi dice: ti vedo sempre da sola agli eventi. vado sotto palco mentre la mia seconda cotta suona, e la prima la fotografa. ballo con degli sconosciuti e sono molto felice.

va a finire che mangiamo cibo cinese molto scadente, parlando d'amore e musica e twitter. siamo io e due ragazzi, uno è del 95, l'altro del 94, ma di novembre. finiamo in un locale per hipster adulti, e una coppia commette atti osceni in luogo pubblico sul divanetto davanti al nostro. ci uniamo alle risate e al ribrezzo degli altri tavoli finchè la security non li sbatte fuori. vado sul dancefloor e ballo con la mia prima cotta, e i suoi amici. non li conosco, ma è già la seconda volta, questa settimana, che balliamo insieme

va a finire che conosco la persona che organizza anche questa serata, e un'altra mia cotta si materializza sul dancefloor. balliamo tutti insieme, e alle quattro torno a casa in bicicletta.

ho settimane di sonno da recuperare, ignoro lo studio da settimane. conosco un sacco di gente, in questa città. ho una cotta per metà della popolazione. non so piu' chi sono i miei amici, non so piu' se ho amici. uscire da sola è piu' facile, tanto poi incontro sempre qualcuno, se no posso sempre tornare a casa in bicicletta. vorrei smetterla con le cotte, i tweet ormonali, e i test di buzzfeed. vorrei essere meno intensa, e piu' carismatica. vorrei superare la fase delle cotto ginnasiali e diventare una persona adulta e responsabile.

la cosa che mi inquieta di piu' è che quasi quasi non me ne frega piu' nulla.