venerdì 18 marzo 2011

park road

devo scrivere due saggi entro la settimana prossima, il che mi ha spinto a raggiungere nuove vette di procrastinazione folle: negli ultimi giorni ho inaugurato nuovi passatempi primaverili e mi sono persino fatta la ceretta (biologica, equa e solidale, kimya dawson e amanda palmer perdonatemi perchè ho peccato).

il mio nuovo passatempo consiste in una innocente passeggiata al parco sotto casa, prima tappa il bar dove lavorano i ragazzi carini coi pantaloni stretti e i capelli tagliati strani. un soya latte da due sterline dopo mi dirigo verso suddetto parco, dove mi soffermo per un pò allo skatepark a guardare i ragazzi carini coi pantaloni stretti e i capelli tagliati strani. cerco di concentrarmi su quelli che dimostrano piu' di 18 anni, anche se non nego che i quindicenni stilosi mi fanno sempre un certo effetto.

ecco, fin qui sembra il diario di una maniaca sessuale con un fetish per i pantaloni stretti.

quando finalmente mi rendo conto che i ragazzetti dello skatepark iniziano a guardarmi male, cammino verso il baretto biologico del parco e mi soffermo a guardare i nani scozzesi razzolare nel parcogiochi. se poi vedo all'orizzonete un cucciolo di cane inizio a camminare veloce nella speranza di raggiungerlo in tempo per una carezza. oggi ho incrociato un tizio con due cuccioli di dalmata al guinzaglio e per la tenerezza la mia faccia si è deformata talmente tanto che il tizio mi ha guardato malissimo.

ecco, fin qui sembra il diario di una persona triste e sola con gravi carenze affettive.

forse sarebbe il caso che mi mettessi a studiare, invece di uscire di casa a spaventare le gente.

o forse dovrei trovarmi un moroso (possibilmente maggiorenne) coi pantaloni stretti e i capelli tagliati strani, prendermi un cucciolo di dalmata da portare al parco e mollare l'università per lavorare al bar biologico del parco.

mercoledì 16 marzo 2011

baby's in black

ieri ho attraversato il parco di notte per andare alla presentazione di un libro, una cosiddetta graphic novel se vogliamo essere precisi, perchè al momento gli unici libri che non mi incutono timore o un grande sonno sono quelli con piu' figure che parole. stranamente mi sono ritrovata in un angolo del parco in cui non ero mai stata, che a quell'ora per qualche strano motivo era popolato solo e soltanto da gruppi di gente sportiva. i loro corpi uniti in un sincronico esercizio fisico che mi fa venire male ai polpacci solo a pensarci.

il libro l'ha scritto un giovane signore tedesco di quelli con la faccia pulita e la camicia a quadri, e parla di una ragazza di nome astrid e di un ragazzo di nome stuart: lui è inglese e suona il basso in una band che al momento, nel 1960, non se la passa troppo bene ma un giorno diventarà piu' famosa di gesu' cristo, tipo. Lei è una di quelle ragazze che mi ha sempre inspirato pensieri omicidi: biondina, magrolina, vestita di nero, artsy fartsy, etc. etc.

i due si innamorano, stanno insieme un paio d'anni ad amburgo, lei fa foto, lui dipinge in soffitta, vivono con la madre di lei. poi un giorno a stuart viene un gran mal di testa e boom, muore. a 21 anni e mezzo, che poi sarebbe esattamente la mia età al momento. e se mi sembra giovane adesso chissà quanto mi sembrerà giovane tra qualche anno, toccando ferro.

dopo la presentazione ho tentato inutilmente di iniziare qualche tiepida conservazione con gli studenti d'arte che si muovevano in gruppetti intorno al rinfresco. come al solito in queste situazione mi convinco per qualche minuto che, santiddio, sto sprecando la mia vita, dovrei mettermela via e studiare visual communications, poi però do un occhiata agli studenti d'arte seduti accanto a me e capisco che anche no.

insomma, mi sono fatta firmare il libro dal fumettista tedesco e sono uscita nella notte scozzese, ascoltando bright eyes perchè in queste situazioni il mio i-pod decide sempre di farmi del male. mentre riattraversavo il parco ho avuto uno di quei momenti che a volte ho e, dopo aver notato un albero sul quale qualche simpatico serial killer aveva appeso delle maschere bianche per niente inquietanti, mi sono arrampicata su un balcone di pietra e ho guardato la città illuminarsi davanti ai miei occhi mentre i modest mouse mi suggerivano di lasciare stare.


penso che dovrei seguire il loro consiglio un pò piu' spesso.

sabato 12 marzo 2011

clement greenberg, I love you

qui c'è la neve il dodici di marzo, che poi sarebbe il sessantaquattresimo compleanno di tuo padre, e non gli hai mandato gli auguri di san valentino come consigliavano i beatles in una certa canzone di un certo disco che ti cambiò vagamente la vita in terza elementare, ma una telefonata di un minuto gliel'hai pure fatta, giacchè tuo padre è pesci nonchè ascendente acquario nonchè luna scorpione e quindi questa terribile sequenze acqua-aria-luna in scorpione che vi accomuna vi rende per fortuna o purtroppo padre e figlia fino alla fine, che quando fai figli a 42 anni suonati è piu' vicina dell'inizio, mi sa.

é poi c'è d.s., che io chiamo per nome e cognome anche dentro i miei pensieri per il semplice fatto che appresi della sua esistenza in quarta ginnasio, un tempo contraddistinto dalla misteriosa abitudine di chiamare alcune icone del quartiere per nome e cognome, prima che ci pensasse facebook. qualche mese fa ero seduta su un marciapiede della via principale della città, mangiavo patatine fritte alle tre di notte dopo aver ballato selvaggiamente musica balcanica, io che di solito evito la danza e altre attività giovanili che potrebbero suggerire una gioia di vivere che non mi appartiene e quindi mentre mi sollazzavo nell'osservare il via vai di ragazze scozzesi cresciute a pane e whiskey del supermercato che ignorarano il concetto di calzamaglia e sembrano essere immuni all'ipotermia, vedo una faccia familiare che mi passa davanti ed esclamo: ma tu sei di isola immobile! al che il povero d.s., sconcertato, dice: si, ma tu chi sei?

ecco, nei miei stati di ubriachezza ridaciara ho dovuto fare ricorso ad ogni briciolo di auto-controllo presente nel mio organismo per non blaterare: tu sei d.s.! da giovane portavi i pantaloni larghi e il cappellino da finto punkabbestia! la tua ragazza faceva parte della comunità ebraica! ti ho visto al matrimonio di sua sorella! e al concerto dei franz ferdinand a milano! il 17 dicembre 2005! tua sorella si chiama c. e non mi sta un cazzo simpatica! una volta ho fatto una figura di merda pazzesco con suo moroso!

si, esatto, io sono quel genere di persona che tendenzialmente sa tutto di tutti. non chiedetemi qual'è il mio segreto, vi basti sapere che questo mio talento non mi ha mai portato nulla di buono, anzi. fatto sta che ora io e d.s. siamo tipo amici e una settimana fa lui stesso mi ha confermato i miei sospetti nei suoi confronti: è acquario, nonche ascendente in bilancia.

come mio fratello, che infatti mi ricorda non poco soprattutto nel suo approccio con l'universo femminile.

tutto questo per dire che quando le cose iniziano a buttare male io mi rifugio in una delle pochissime cose mi da sicurezza in questo mondo: l'antica arte dell'astrologia fai da te.

e che leggere critiche d'arte di clement greenberg senza sosta per due giorni consecutive ha scatenato in me una passione quasi romantica nei confronti di un uomo nato nel 1909 e morto nel 1994, che tra le varie cose ha fatto rinascere in me un certo orgoglio per la mia (volente o nolente) appartenenza di diritto al popolo eletto.

p.s. clement greenberg era capricorno, sicuramente ascendente bilancia pure lui, il che, in circostanze spazio-temporali piu' favorevoli, ci avrebbe reso praticamente anime gemelle.

martedì 1 marzo 2011

she was the creative one

poi certe sere hai la febbre, o forse no, tanto chi ce l'ha un termometro? è da due anni che non mi provo la febbre, tanto chi ce l'ha l'aspirina? la tachipirina? io ho solo tre carie, è stato un lungo inverno faceva freddo e la cioccolata è la cosa piu' simile a dio che i soldi del mio bisnonno mi possono comprare. ho tre carie e il mal di denti, perchè domenica sono andata a vedere un film sul cinema underground newyorkese degli anni settanta-ottanta e poi mi sono sognata che facevo fine arts e quindi niente, ho digrignato i denti e ora mi fanno male. e adesso ho anche la febbre. e sto ascoltando bob dylan, che in effetti non aiuta.

quindi ho la febbre, tre carie, il mal di denti, e un moroso che dovrei mollare, ma poi chi li sopporta i coinquilini in amore? e adesso che la mia amica milanese a glasgow esce con l'amico vintage dei coinquilini in amore, io come faccio a condurre un esistenza da singola? persino i gatti sono in coppia da queste parti. però il moroso lo devo mollare. lo dico sempre e poi non lo faccio, che sia giunta l'ora di scrivere quella lettera a cioè?

che poi i tipi del cinema newyorkese se la possono menare adesso, che hanno sessant'anni e sono ricchi e soprattutto non sono morti di aids e eroina come i loro amici, ma all'epoca erano troppo strafatti per rendersi conto di quello che stavano facendo, creature. io ce l'avrei pure l'ansia di creare, fare, brigare, ma poi metto l'acqua a bollire, mi faccio una tisana, mi leggo i miei blog e bum, è di nuovo martedi' sera.

chissà se anche a loro qualche volta capita di digrignare i denti nel sonno dall'angoscia di vivere?

cosi' ad occhio dico di si.