venerdì 9 gennaio 2009

il secondo post è sempre il più difficile nella carriera di un blogghista

Ecco, lo sapevo...in realtà io non ho niente di niente da scrivere su questo blog.
Cioè, di osservazioni sul mondo sulla vita sulla mia generazione ne avrei a bizzeffe, ma poi ovviamente davanti al computer mi passa l'ispirazione e allora mi dedico allo stalking su facebook e mi riduco il cervello in brodaglia a forza di giocare a geo challenge.
E poi geo challenge mi fa venire in mente lui, perchè era bravissimo e il mio record in realtà è merito suo e quindi la sola visione della bandiera del Suriname mi fa cadere in depressione.
Che poi quando ho deciso di voltare pagina la prima cosa che ho fatto è stata toglierlo da facebook.
Se no sarei caduta in tentazione e gli avrei scritto oppure i miei status sarebbero state grida (inascoltate) di dolore e rimpianto.
Per carità, anche adesso lo sono, ma almeno ho la certezza che lui non lo sa...a meno che sua madre e sua sorella non glielo riferiscano.
Per il resto ho cancellato i messaggi, ho staccato le foto a città del vento e ora medito sulla possibilità di assemblare una "scatola del primo amore" dove raccogliere i vari memorabilia della nostra relazione, idea tratta da una mamma per amica, tanto per cambiare.
Chissà che un giorno non diventi famoso e io possa finalmente guadagnarci qualcosa da questa storia, almeno su ebay.
In realtà spero di dimenticarla in fondo ad un armadio e di ritrovarla tra mille anni, di ricordare solo le cose belle e di commuovermi un po', in senso buono questa volta.
Magari pensero' che scema che ero a soffrire cosi' e magari nel frattempo avro' sofferto anche peggio, o avro' che ne so trovato l'amore della mia vita o cose cosi'.
Oppure, sempre tornando a rory gilmour, la riapriro' quando lui capirà di aver fatto una cazzata e che senza di me non ci può stare e allora riattacchero' le foto al muro e lo riaggiungero' su facebook.
Anche se sarà dura compiere questi gesti dopo essere stata colpita da tre meteoriti in un colpo solo.

per oggi è tutto, la vostra (sconclusionata) signorina G.

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