domenica 9 febbraio 2014

mercurio retrogrado means nostalgia

esco di casa che sono le dieci, prendo la bici e scendo le scale. ho le gambe piene di lividi, a forza di portare la bici giu' dalle scale. o forse è carenza di vitamina c, visto che mi sanguinano le gengive come mai prima nella vita. esco di casa, piove la solita pioggia gelida che mi appanna gli occhiali. i freni della mia bici, che è piu' vecchia di me, scivolano sull'asfalto bagnato e io rischio la vita ad ogni incrocio. vado a prendere un pacco alle poste, è una raccolta di fumetti australiani, mi fermo al farmers market a comprare frutti di bosco dal mio venditore di fiducia, e quando sono sul ponte, davanti al giardino botanico, penso che non ce la posso fare.

e invece ce la faccio, ti vedo, mi fermo dall'altra parte della strada, lego la bici a un palo e attraverso sulle strisce senza mai alzare lo sguardo da terra. continuo a pensare che non ce la posso fare, e invece ce la sto facendo.

dopo torno a casa in bici, su per le scale. metto i frutti di bosco in frigo ed esco di nuovo, continua a piovere la solita pioggia gelida, e io continuo a pedalare. arrivo al cinema, ci rimango per cinque ore, esco dal cinema, torno a casa in bici. continua a piovere.

alle undici esco di nuovo, non piove piu'. incontro un'amica che se ne sta andando e decidiamo di fare la coda insieme. ballo la musica balcanica con molta poco convinzione. intorno a me persone che conosco, compagni di università, persone con cui a volte pranzo o vado al cinema. i miei amici. quando me ne vado un tizio mi ferma, si ricorda il mio nome, e io il suo. mi chiede se sono appena arrivata, ma io me ne sto andando. salgo sulla bici e inizio a cantare. i know that it is freezing but i think we have to walk.


in australia la pioggia gelida non c'era spesso, anche se a volte c'era una pioggia torrenziale che qui non c'è quasi mai. mi ricordo una serata fallimentare in cui c'era acqua dappertutto, era il tuo compleanno, ed è successo un casino. ma non ci penso spesso. penso ad andare a fare la spesa in skateboard, penso a quella volta che ci siamo distesi sull'erba al parco a guardare il tramonto, ignorando gli sportivi accanto a noi. penso ai viali alberati sulla via dell'università, cosi' belli che andarci in bici era un pò come farci all'ammore. penso a quando ci facevamo tagliare i capelli sulla riva dei torrenti, in giardino, all'università.

l'altra notte sono stata malissimo, anche quella notte stavo malissimo, anche se lauren mi aveva portato il gelato davanti alle mucche della fattoria borghese e alla festa di nick la gente suonava il banjo ed eravamo tutti sullo stesso divano. qui porto fuori il cane con djina, vado nei negozi vintage con esmeralda. non è la stessa cosa, ma non è mai la stessa cosa.

non saprò mai se quello era effettivamente un mondo dorato, se questo è effettivamente un mondo grigio. se è una questione metereologica, o una questione di qualità. se quelli erano i miei amici del cuore, e queste sono solo persone che conosco, che ballano la musica balcanica accanto a me.

intanto cerco una risposta tra le righe di una canzone degli shins.



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