giovedì 24 novembre 2011

snakes in the grass

questa sensazione di spossatezza diffusa e costante mi indica che l'inverno è finalmente arrivato, in questa fredda e bagnata landa desolata chiaramente non adatta al sostentamento della vita umana. insieme al gelido vento del nord è arrivato anche il nemico numero uno degli immigrati provenienti da terre amiche della sopravvivenza del genere umano: il buio. il buio che arriva verso le tre e mezzo di pomeriggio, quando il pranzo che ormai consumo alle dodici da brava svampita britannica è appena stato digerito dal mio intestino tenue. il buio che quando arriva te lo senti dentro le cervella, ti offusca i pensieri e inibisce le mie già non molto elevate capacità motorie.

la vita va avanti anche al buio, basta riempire due bottiglie di acqua calda, ingerire pastiglie di vitamine d come fossero smarties e concentrarsi sulle piccole gioie quotidiane che l'inverno ci regala. anche se essendo io ebrea le gioie del natale non mi riguardano, ed essendo io anche un pò agnostica e mangiarabbini, anche le gioie di hannucka mi riguardano molto poco.

per entrare nello spirito delle feste oggi che è il giorno del ringraziamento voglio rivolgere la mia gratitudine alle mie amiche, che mi portano ai concerti e da ikea sotto la pioggia gelida e mi ascoltano quando parlo dei miei amanti irlandesi e del mio male di vivere generalizzato. voglio ringraziare gli dei dell'olimpo o chi per loro per questa stanza con le assi di legno e per i biglietti gratis ai concerti e per l'educazione universitaria gratuita e per i soldi del bisnonno, che sono una maledizione finchè voglio ma senza di essi sarebbero cazzi amari, come si suol dire.

a circa due minuti di pioggia costante da qui, ad esempio, ci sono le tende che ospitano coloro che in questo momento stanno occupando un pezzo di parco per richiedere un mondo migliore mentre io passo le giornate andando dal mio terapista e poi a yoga manco fossi una casalinga di sinistra che cucina le ricette del guardian e va in vacanza in toscana. mentre io vado all'ikea in autubus e guardo in silenzio una madre con passeggino scozzese mezza matta che se la prende con una madre con passeggino pakistana che avrà circa sei mesi piu' di me.

mi piacerebbe un giorno imparare a godermi la vita senza inutili sensi di colpa, o magari diventare una persona in sintonia con il mondo che vive un'esistenza altruista e gratificante. ma per il momento questo è quello che passa in convento: bottiglie dell'acqua calda, esami per i quali non sarò mai preparata, uomini per niente interessati a instaurare mature relazione basate su reciproco affetto e stima con la sottoscritta e beni di consumo ikea che non sopravviveranno al prossimo inverno, ma tant'è.

Nessun commento:

Posta un commento