venerdì 22 aprile 2011

the good times are killing me

sono tornata pochi giorni fa da due settimane di vacanza non meritata trascorsa tra la nostra amata penisola e londra, cioè, troppo cool come città c'è persino starbucks ovunque. la settimana prossima ho i cosiddetti esami, ma tanto ormai si è capito che io come studentessa universitaria ho fallito e le mie uniche prospettive di carriera sono la mommyblogger dei poveri o l'educatrice montessori di periferia. per non parlare del settore ortofrutticolo.

fatto sta che la mia vita qui in scozia ha seriamente bisogno di una svolta radicale, perchè tra irlandesi problematici e malattie della pelle qui non se ne può piu'. quindi stasera in preda ad un attacco di voglia di vivere di quelli che solo la primavere combinata al dovrei studiare ma anche no possono provocare ad una giovane donna prossima al compimento dei ventidue anni (inserire attacchi di panico e bestemmie varie), si insomma, in questo stato di amore per la vita mi sono recata ad un seder (dall'ebraico ordine) per pesach (dall'ebraico passaggio) nell'edificio occupato dell'università (dallo scozzese col cazzo che distruggete l'istruzione universitaria pubblica e gratuita).

poi che il poliamory e la bisessualità non facciano per me per motivi dei quali vi metterei al corrente se io stessa ne fossi consapevole, è un altro discorso. e questa strana sensazione tipo chi me lo fa fare di svegliarmi la mattina se poi non riesco a comunicare in maniera decente nemmeno con il gatto dei coinquilini, ve la descriverei nei minimi dettagli se andasse oltre ad una misteriosa voglia di vomitare e all'incapacità totale di dare un senso alle mie parole di cui questo post è un esempio lampante.

è che oggi il mio amico crudista super positivo che si è attirato la vita dei suoi sogni a forza di credere in un oggi migliore mi ha fatto riflettere su come io abbia trascorso gli ultimi mesi in uno stato di procastinazione folle che andava ben oltre il nullafacentismo scolastico, andando ad interessare la mia sfera affettiva nonchè tutto il fottuto resto di quello che uno potrebbe chiamare la mia vita. ma uno particolarmente ottimista.

e niente il sole in italia è una figata, e le zine conventions a londra e i vecchi amici che le frequentano sono cosa buona e giusta, e gli anarco vegani avranno sempre un posto speciale nel mio cuore, e gli irlandesi sono in irlanda che è dove dovrebbero del resto rimanere, ma io, di tutte queste belle cose, cosa me ne dovrei fare?

lo dicevano tutti che per i cancri non erano mesi leggeri, ma che la svolta è vicina. allora, cara svolta, ora che ho fatto la mia mitzvah di mangiare pane azzimo puoi per favore dimenticare le varie bestemmie e cose orribili da me dette e pensate e fatte negli ultimi mesi e palesarti da queste parti. dai su.

g. che se quello che ho appena scritto non è tardoadolescenziale allora non so proprio cosa proporvi

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