venerdì 24 dicembre 2010

home.

il suono delle sirene una volta ero lo stesso che annunciava l'arrivo della bombe dal cielo, non che io abbia mai assistito di persona a un raid aereo. da quando non abito piu' qui l'hanno cambiato: ora mentre la città affonda, sembra che gli alieni siano arrivati ad occuparsene di persona.

stanotte è natale e io continuo ad essere ebrea, quindi niente cene, alberi o regali. chiusi in bagno ci sono due cuccioli di cane molto carini che mi hanno permesso di sopravvivere ad una soporifera settimana isolana senza uccidere nessuno, a partire da me stessa. le urla dei miei genitori sono forse il motivo per cui non posso vivere qui, probabilmente sono anche la ragione per cui io non urlo (quasi) mai e considero l'insulto un'arma diplomatica molto potente.

ogni volta che varco le soglie di questo ampio appartamento in centro mi chiedo se esiste anche solo una minima possibilità che il nel mio futuro ci sia una casetta semplice, di gusto scandinavo, senza una televisione, dove le persone si piacciono a vicenda in modo sano e genuino. ho smesso di credere al mulino bianco molto tempo fa, ma questo non vuol dire che io abbia smesso di desiderare di essere il contrario dei miei genitori, almeno in un paio di fondamentali frangenti.

poi ci sono momenti in cui smettiamo per pochi attimi di essere incazzati, bipolari, tristi e sperduti, momenti in cui ci capiamo come solo in famiglia ci si puo' capire, e questi momenti sono in realtà i piu' dolorosi perchè mi ricordano quello che a cui stiamo noi tutti rinunciando a causa dei nostri futili problemi.

per il resto situazioni amicali precarie e bucherellate dalla lontananza cronica, conversazioni di cortesia con vecchi compagni del liceo (dio, quanto odio le conversazioni di cortesia) e la solita malinconia inquieta che sento di condividere con tutti i miei coetanei (poveri noi, poveri loro, povera me, etc.).

mi mancano la sua barba e le sue lentiggini, quando mi chiedono di me parlo sempre solo di lui per ovvi motivi di codipendenza.

chissà il 2011 che anno sarà per noi sfigatissime donne del cancro?

g.

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