lunedì 19 ottobre 2009

il fantasma delle compagne di liceo

Il pensiero degli universi paralleli è una di quelle tante cose di questo mondo che riesce sempre a donarmi una terribile sensazione di angoscia e fallimento.
Di solito tutto comincia su facebook, dove di questi tempi hanno inizio la maggior parte delle cose.
Un abitante a caso di quella landa desolata che mi piace chiamare "l'anno che in teoria avrei dovuto vivere in America, ma che invece ho vissuto nella mia testa" posta un semplice album di fotografie, o anche un semplice status, o a volte non posta proprio nulla e sono io che vado intenzionalmente a guardare il suo profilo con l'unica intenzione di farmi del male.
E li trovo sempre tutti dove li ho lasciati, nei loro bei college che di solito compaiono nella lista delle cento migliori università della galassia conosciuta, in posti come New York, Boston, Austin e altre città piene zeppe di cafè biologici, negozi di fumetti, un numero di concerti super extra fighi semplicemente vergognoso e generalmente parlando una concentrazione altissima di cose bizzarre e interessanti.
Che poi questa gente, che anche se è più vicina alla laurea di quanto lo sarò mai io nei prossimi cinque anni, ha la mia età, e comunque è nata e cresciuta in una famiglia liberal, ebrea e ricca sfondata, in un posto terrificante chiamato Houston, nel glorioso stato del Texas.

Il problema con questi individui è che noi, nella vita vera, non siamo mai stati amici, perchè in quel periodo io non vivevo nel mondo reale ma in quella palude adolescenziale che era la mia mente diciasettenne, e loro pur avendo la mia età non erano in classe con me e immagino che questo abbia contribuito al fatto che non riuscissimo a legare.
Mi ricordo le rare volte in cui sono uscita con qualcuno di loro, la classe del 2007, e sinceramente non credo di aver sentito uscire dalle loro bocche un singolo discorso interessante, ma è anche vero che in quel periodo io ero intrappolata nelle alte mura della mia depressione.
Nel mio immaginario quelle ragazze rappresentavano qualcosa nel quale non c'era posto per me.
La mia totale incapacità di comunicare con loro, di farci amicizia, è ancora oggi un fantasma di cui non mi riuscirò mai del tutto a liberare, che in questi tre anni ha continuato a vivere felice tra i meandri di facebook.

C'era un'unica classe che frequentavo insieme a loro, quella di inglese, e in vita mia ricordo di essermi mai sentita più intelligente, oserei dire brillante, che in quelle ore.
Ora le stesse persone che riempivano i loro appunti con le mie parole si stanno per laureare presso alcune delle più prestigiose università americane, e una di loro scrive per il giornale della suo fantasmagorico college e nei suoi articoli commette gli stessi errori che ricordo nei suoi papers del liceo e tutto questo mi provoca sensazioni poco piacevoli.

Poi ovviamente so benissimo che le nostre vita sono troppe diverse per essere messe a confronto, e che quindi questa mia masturbazione mentale non ha alcun futuro.
Però ci son giorni in cui mi sento come quando avevo diciassette anni, e oggi mi sa che è uno questi giorni.

g. minuscola

1 commento:

  1. da quando ho finito le superiori ho sempre rifiutato gli incontri tra "quelli della tua classe"!
    solo una volta sono riusciti a trascinarmi.
    prima e ultima volta, ovviamente.
    non sono iscritta a facebook proprio per non incorrere in certi rischi;)

    buona giornata!
    ***Miss***

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