sabato 20 agosto 2011

landlocked blues

lunedi' mattina ti svegli su un divano a belgrado, nell'appartamento dei tuoi sogni; ti svegli perchè hai sternutito e il gatto psicotico di i. l'ultima volta che hai sternutito ha cercato di ucciderti e ci vorrà ancora molto tempo prima che i tuoi sternuti non siano accompagnati dalla paura di morire. i. dorme sul suo materasso per terra nel soppalco e tu sali le scale e ti distendi accanto a lui. due giorni prima avete passato un pomeriggio a cantare i'm wide awake it's morning nella sua interezza, leggendo i testi dall'album cover seduti sulla stessa sedia gialla, ma adesso sono quasi le sette e tu e caro dovete arrivare in italia entro sera, in autostop.

un paio di ore dopo tu e caro attraversate l'autostrada sotto il sole correndo, con gli zaini e la tenda e i pezzi di cartone che hai recuperato dalle immondizie (è diventato il tuo sport preferito, recuperare cartone dalle immondizie). alzate il vostro cartello con scritto sopra italia accanto a un piu' realistico zagabria e dopo cinque minuti si ferma una macchina targata i e un tizio di crema, provincia di cermona ti chiede "italia dove?" e tu rispondi "dovunque, buonuomo". e cosi' arrivate in isola giusto in tempo per comprare il gelato dal jamaicano, che ha girato il mondo in autostop per 2 anni e mezzo e quando vi vede con gli zaini in spalle gli brillano gli occhi e il gelato ve lo offre lui.

martedi' mattina ti svegli in un letto dove una volta c'era un divanetto rosso, in quella che era la sala da pranzo dei tuoi nonni e ora è camera tua, ma anche lo studio di tuo padre. ti svegli e fai colazione e coccoli il tuo gatto che vive con voi da quando abitavate ancora in campagnia e giochi col cane di nome papaya che è nata lo stesso giorno di i. trent'anni dopo, ad halloween, e ha la sua stessa barba, e l'andatura storta e le gambette magre che stonano un pò con le spalle larghe.

un paio di ore dopo tuo padre ti accompagna in aereoporto e sbaglia uscita in autostrada e dopo avere attraversato cinque paesi in autostop per essere a bologna prima delle cinque, rischi di perdere l'aereo perchè vi ferma la stradale. quando arrivi in scozia fai amicizia con una coppia sui trent'anni con figlia a seguito, e va a finire che ti pagano il taxi fino a casa dell'irlandese.

mercoledi' mattina ti svegli in un letto freddo, in una stanza umida. il tuo sesto senso aveva ragione e l'irlandese ti ha accolto con una sorpresa: il 14 di ottobre parte per l'india, e tu che è dall'8 ottobre dell'anno scorso che vivi sotto il peso dei problemi emozionali di questo tizio con gli occhi verdi, intravedi all'orizzonte la libertà: una libertà che fa paura, fatta di notti fredde e chissà cos'altro. ma pur sempre una libertà.

un paio di ore dopo vai a vedere la tua nuova casa, che dividerai con un tizio biondo che ha una passione per elvis e che guevara e ha dipinto i muri della sua entrata di fucsia. e pensi che è da quando hai 17 anni che non vivi nello stesso posto per due anni consecutivi, e dopo 22 anni penseresti che mi sono abituata allo spin, ma sembra solo peggiorare se mi fermo in un posto, quindi continuo a girare intorno o andare via o scrivere cose che quando le rileggo inizio a capire perchè la gente non ci credo quando dico che sono italiana (cioè, cinque persone negli ultimi due mesi, che proprio non volevano crederci, io che ho fatto il classico e dovevo essere la classe dirigente del futuro).

sabato sera torni prima del previsto da edinburgo perchè hai una bronchitella latente, ci eri andata a chiaccherare per un paio d'ore con una ragazza svedese bellissima conosciuta in islanda nella famosa estate del 2009. le hai raccontato del tuo ragazzo che va in india e di quell'altro ragazzo che sta a belgrado e lei ti ha raccontato del suo ex islandese che si è rimesso con la sua ex, e di questo ragazzo inglese che fa il sidro nel somerset e di una testa di cazzo che ieri sera si è infilato nel suo letto senza esserci stato invitato. la tua camera e l'ingresso fucsia sono ancora pieni della tua roba sparsa e la tua ansia di vivere è a livelli alti ma non allarmanti, la tua confusione mentale idem.

tra un paio d'ore starai dormendo.

lunedì 1 agosto 2011

torino

l'altro giorno sono arrivata a torino in autostop dalla francia in compagnia di due ragazze italiane che vivono entrambe a bruxelles (ma che non si conoscevano prima dello scambio al quale abbiamo partecipato per tre lunghe settimane). una di loro è di torino e visto che una signora fashion ci ha lasciato sotto casa di suo nonno siamo finite a mangiare gelato offertoci da un signore di 76 anni con sospetti problemi di alcolismo che, come ogni nonno che si rispetti, ci ha parlato per ore di cose sicuramente molto interessanti, ma di cui noi dopo sei ore di autostop sotto il sole, non capivamo poi molto.

è sempre bello quando le persone ti fanno entrare nella proprio auto, o nel salotto di loro nonno, anche solo per un pomeriggio di luglio. ti lascia addosso un senso di tenerezza nei confronti del genere umano che raramente ti permette di entrare nel suo piccolo mondo privato, ma quando lo fa ti regala una cosa inestimabile: la consapevolezza che siamo piu' o meno tutti uguali, e piu' o meno tutti piu' buoni che cattivi.

a torino ci sono andata spesso negli ultimi anni, a trovare la mia amica g. io e g. ci siamo conosciute in un'aereoporto: io avevo addosso una maglietta rossa degli strokes comprata proprio a torino, con la quale volevo rendere nota al mondo la mia coolness, g. aveva lunghi capelli biondi e una maglietta rosa che non la faceva per niente rientrare nelle categorie di persone con le quali io, dall'alto dei miei molto profondi 17 anni appena compiuti, desideravo interagire.

ma g. aveva al collo un pezzo di carta sul quale lessi il nome di austin e il mio cool radar, mosso da quelle onde elettromagnetiche chiamate destino, mi spinse a rivolgerle la parola. mesi dopo trovai g. su myspace e mi si strinse il cuore nel vedere quanto il suo anno all'estero stesse andando alla grande, soprattutto in confronto alla mia deprimente esperienza. per fortuna non mi lasciai intimorire e le telefonai. parlammo subito come due vecchie amiche, e continuammo a parlare cosi' durante il week end in cui la andai a trovare a austin (una delle due volte in cui consumai alcol durante il mio anno in america).all'aereoporto ci eravamo scambiate giusto un paio di frasi, io le dissi "che figo vai a austin" e lei che non ne sapeva niente, mi fece delle domande e fu immensamente sollevata dalle mie rassicurazioni.

nel frattempo g. si è messa insieme a un ragazzo italiano che vive a san francisco e che porta lo stesso nome nonchè cognome di un certo ragazzo americano di orgini italiane. questa ed altre coincidenze mi spingono a credere che la nostra amicizia abbia quelle onde elettromagnetiche di cui parlavo sopra dalla sua parte, anche se tutto sommato non è cambiato molto da quel giorno di cinque anni fa in cui le nostre esistenze si incontrarono: la vita di g. continua ad andare piu' o meno alla grande, e io continuo a rassicurarla e ad ignorare la mia invidia mentre in silenzio mi lascio andare a nuovi abissi di commiserazione. non è sempre facile ma ne vale la pena, vale sempre la pena augurare buona fortuna a chi se la merita. ce la meritiamo tutti, un pò di buona fortuna.