martedì 28 giugno 2011

and that's all you can do about some things

torno su per una settimana dopo averne trascorse due a portare fuori il cane di nome papaya cercando di sfruttare ogni centimetro di erba che la nostra isola offre ai suoi abitanti pelosi, spingendomi a volte persino in spiaggia, con la vana speranza di insegnare al cane di nome papaya ad amare le onde dell'adriatico almeno quanto le amo io.

torno su e dopo dieci ore di treni, aerei e taxi mi ritrovo in una casa che non è la mia e in cucina c'è questo tizio americano che ho ospitato nell'isola per una settimana nel 2009. uno di quei tizi americani un pò anarchici che viaggiano il mondo con la propria chitarra e ora vivono a new york e hanno dinosauri tatuati sulle gambe e sono cosi' dolci e simpatici che ti viene voglia di triturarli e fare delle cupcakes con le loro interiora. stranamente questi tizi hanno la tendenza a finire a letto con le mie amiche, che per mesi dopo la loro inevitabile partenza sospirano il loro nome con semiseria malinconia, fantasticando di fughe e new york che sinceramente non farebbero schifo nemmeno alla sottoscritta.

torno su e il mio amante irlandese che a settembre compie trent'anni mi confessa di essersi recato, nella solitudine di un sabato sera, al gay bar e di aver baciato, cosi' per togliersi il pensiero, un tizio new yorkese di nome jeff, e io che forse dovrei rimanerci male in realtà mi sento sollevata, anche se so che a un certo punto mi verrà presentato un conto da pagare (dal mio analista, piu' che altro).

torno su e passo per quella che fino a venerdi' è tecnicamente casa mia, e ci trovo due coppie di amici dei miei coinquilini e penso che sinceramente io le coppie le odio, soprattutto quelle che riescono a far funzionare relazioni a distanza da anni e parlano russo e suonano il piano e si laureano oggi.

torno su e devo torvarmi una casa anche se questo non è il momento giusto e la casa che volevo sarà domani di un'altra perchè io sono mesi che non so piu' che giorno è e inizio a credere che quest'estate sarà finita prima ancora di cominciare e inizio a sperare che il mondo finisca davvero nel 2012, e questo mi dicono essere non proprio un grande segno di stabilità mentale.

torno su e mi rendo conto che anche qui, proprio come nella mia isola, quando esco di casa posso andare solo a destra o a sinistra, e tutte le strade tendono ad incontrarsi e a finire, magari non tuffandosi nella laguna ma piuttosto in un quartiere degradato.

in entrambe le città a volte non ho voglia di fare le stesse strade e quindi torno a casa.
in entrambe le città alla fine succede qualcosa di vagamente positivo che mi tira su il morale.

torno su, torno giu' e mi sento un pò come ulisse in un tema molto bello scritto in quarta ginnasio da una ragazzina con un taglio di capelli improbabile che già si interroga sul concetto di meta, sul concetto di ritorno, sul concetto di tutto.

1 commento:

  1. Hi!
    Thank you for the birthday wishes you left on my blog - your comment on my codiac sign made me curios, so I used google translate to understand this article.... you know how google translate works, but it still sounds very poetic and quite interesting :)
    Yep, I´ve often been told I´m a typical cancer. And I´m even married to a taurus, I think that´s the classic combination, isn´t it?
    So, what´s your sign?

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