martedì 2 novembre 2010

News dall'undicesimo piano

Scrivo ora dall'undicesimo piano di una biblioteca che di piani in totale ne ha dodici.
Sono circondata da entrambe le parti da studenti asiatici più o meno concentrati sul proprio lavoro (la ragazza alla mia sinistra sfoglia nervosamente le pagine di un libro da ormai alcuni minuti mentre il ragazzo alla mia destra smanetta felicemente sul cellulare).
Io dal canto mio cazzeggio alla grande, perchè alla fine questo so fare e questo faccio.

Se vi dicessi che ho passato l'ultima mezz'ora a leggere la storia di Micol, figlia di Saul e moglie di David, che poi è il mio secondo nome, anche se mia madre non si è certo ispirata alla bibbia ma a quella snob di Micol Finzi Contini, supremo esempio di "te-la-prometto-ma-non-te-la-do", voi dovreste crederci, perchè (tristemente) corrisponde al vero.
La vita procede, mi dicono, e io sono qui a G. da quasi due mesi (!).
Ho una stanza grande, grandissima, con la moquette rossa e le tende a fiori, un tavolo rotondo e delle sedie mezze rotte che ho raccattato dalla strada, in pieno spirito radical-chic-da-studente-finto-squattrinato.
Il mio appartamento è una specie di pensionato color crema, abitato da figure di kafkiana memoria, tutte dotate di un senso dell'igiene molto discutibile.
La padrona di casa è una vecchietta cipriota, mrs. anastasiou, che vive al numero 45 della stessa strada in una casetta dal giardino fiorito che suo marito comprò nel 1960, quando questa zona radical-chic-da-finto-studente-squattrinato era ben lontana dalla gentrificazione.

Al numero 29, nella casa giusto accanto alla mia, abita una simpatica combriccola di studenti vegani, o vegetariani, o semplicemente un pò frikkettoni, ma non troppo.
Alcuni di loro si dedicano alla dieta crudista, altri organizzano gruppi di acquisto solidale o serate improv o workshop per i figli dei detenuti.
Tra le stanze di questa colorata comune si aggira però un intruso più vicino ai 30 che ai 20 anni, che lavora dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 5 come pattern recognizer, anche se io per prenderlo in giro amo chiamarlo it guy.
Questo losco figuro è irlandese, e come tutti gli irlandesi ha 6 fratelli e 3 sorelle.
I suoi capelli non sono rossi ma neri e il suo secondo nome è David, come il marito di Micol.
(Solo io posso trovare similitudini del genere, tanto vale ammeterlo).

Io e il vicino di cui sto parlando fino ad un mese fa eravamo più o meno estranei, ci eravamo scambiati due parole in croce e nemmeno particolarmente profonde.
Poi il destino ci fece incontrare per caso ad un concerto di una band sconosciuta ad entrambi e non chiedetemi come o perchè, ma da quel giorno di inizio ottobre siamo più o meno inseparabili.

Io ancora fatico a credere che quello che fino a qualche mese fa stavo semplicemente imamginando ora sta succedendo davvero.
E non mi riferisco solamente al frangente amoroso, ma all'intera idea di avere una vita, in un paese lontano anni luce dall'isola immobile.
Conoscere gente, fare cose (senza esagerare, eh, non sia mai che io rinunci alla mia pigrizia) e vedere posti.

E' una strana sensazione, ma credo proprio di potermici abituare.

La vostra sempre meno teen problematica
G.

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