il libro l'ha scritto un giovane signore tedesco di quelli con la faccia pulita e la camicia a quadri, e parla di una ragazza di nome astrid e di un ragazzo di nome stuart: lui è inglese e suona il basso in una band che al momento, nel 1960, non se la passa troppo bene ma un giorno diventarà piu' famosa di gesu' cristo, tipo. Lei è una di quelle ragazze che mi ha sempre inspirato pensieri omicidi: biondina, magrolina, vestita di nero, artsy fartsy, etc. etc.

dopo la presentazione ho tentato inutilmente di iniziare qualche tiepida conservazione con gli studenti d'arte che si muovevano in gruppetti intorno al rinfresco. come al solito in queste situazione mi convinco per qualche minuto che, santiddio, sto sprecando la mia vita, dovrei mettermela via e studiare visual communications, poi però do un occhiata agli studenti d'arte seduti accanto a me e capisco che anche no.
insomma, mi sono fatta firmare il libro dal fumettista tedesco e sono uscita nella notte scozzese, ascoltando bright eyes perchè in queste situazioni il mio i-pod decide sempre di farmi del male. mentre riattraversavo il parco ho avuto uno di quei momenti che a volte ho e, dopo aver notato un albero sul quale qualche simpatico serial killer aveva appeso delle maschere bianche per niente inquietanti, mi sono arrampicata su un balcone di pietra e ho guardato la città illuminarsi davanti ai miei occhi mentre i modest mouse mi suggerivano di lasciare stare.
penso che dovrei seguire il loro consiglio un pò piu' spesso.
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