martedì 29 gennaio 2013

left me here to sing this song

lui ha i capelli molto corti, ricci, e una faccia da italiano che te la raccomando. ha una stella rossa e nera tatuata malamente sul petto, che è magrolino e glabro come è giusto che sia quando hai 21 anni e sei un anarchico australiano. lui parla con tutti, hipsters e bambini e cani che lo guardano interdetti ma poi non sanno resistere al suo cute boy privilege e gli offrono sigarette e sorrisi e scrollano le spalle pensando "to be young and free".

lei ha due anni piu' di lui ma se ne sente mille e decide di volergli bene mentre lui le canta "sacco e vanzetti are gone" con la sua chitarrina, in una fattoria nel mezzo del nulla vicino a canberra, che è esattamente come uno se la aspetta, dove giovani ambientalisti si ritrovano ogni anno per parlare di politica e limonare e ballare a piedi scalzi e discutere di femminismo e succhiotti. lei si sente molto vulnerabile, ma anche quasi adulta, a volte, ad esempio quando aspetta pazientemente che le cose migliorino invece di impanicarsi.

lui studia per diventare infermiere, perchè i dottori sono borghesi, e prende ogni giorno una pillola per alzarsi dal letto, anche se a vederlo sembra la persona piu' felice del mondo. "until the revolution" dice lui, mentre cammina sotto il sole verso lo zoo che non visiterà perchè si è dimenticato la macchina fotografica a casa.

lei pensa alla fidanzata di lui, e all'amicizia tra uomo e donna, e alle strane sensazioni degli ultimi mesi, a quando finiranno, a come finiranno, se finiranno. pensa alle pillole che potrebbe prendere per dormire tranquilla, anche se lo sa, che non esistono pillole per rendere le cose che sono difficili facili, per trasformare queste cotte agrodolci in qualcosa di diverso.

loro hanno in comune la luna in scorpione e qualche altra cosa di quelle che sono difficili dal definire, e forse si rivedranno domani, o a marzo, o mai piu', ma non è questo il punto.